Concetta, 38 anni, è ricoverata in gravi condizioni da oltre un mese dopo aver dato alla luce la piccola Beatrice. Per salvarla si prospetta un trapianto di polmoni e cuore. Il disperato appello del marito alle autorità sanitarie calabresi e delle altre regioni italiane: «Aiutateci» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il vagito della piccola Beatrice lo ha ascoltato solo una volta. Era il 26 marzo scorso, quando la piccola creatura ha visto la luce, venuta al mondo grazie all'amore e alla tenacia di Concetta Zicari e Luigi Tavernise. 38 anni lei, 40 anni lui e 6 vissuti in attesa della prima figlia, tanto desiderata. «Il nome lo ha scelto mia moglie» racconta con un velo di tristezza nella voce Luigi. In sottofondo il pianto della neonata che sua madre ha visto solo una volta, al momento del parto cesareo avvenuto all'ospedale Annunziata di Cosenza.
Oltre il reparto Covid
Concetta era già risultata positiva al Covid tre giorni prima: «Il 26 marzo sono venuti a prenderla con una ambulanza a casa». Ma nella sua abitazione di Corigliano, Concetta non è ancora riuscita a fare ritorno. Il virus continua a tenerla distante da quella quotidianità familiare tanto agognata. «La bambina sono andata a prenderla io in ospedale, ho fatto le foto e le ho inviate alla madre perchè potesse vederla». Concetta e Luigi comunicano solo attraverso lo smartphone, lei da una stanza d'ospedale e lui da casa; la distanza viene abbattuta grazie ad un filo sottile che riesce a tenerli connessi al di là della malattia: l'amore per Beatrice.
Il virus non arretra
Lo stesso pomeriggio del parto la giovane madre viene sottoposta ad una tac e la diagnosi è netta: polmonite bilaterale. «Le aveva già compromesso il 50% dei polmoni» spiega Luigi. L'infezione non si arrende, e neppure Concetta. I giorni successivi sono un'altalena di date ed emozioni scandite da miglioramenti e poi improvvisi peggioramenti dello stato di salute. «Nel pomeriggio dell'1 aprile viene sottoposta nuovamente ad una tac e la malattia aveva intaccato la funzionalità del 75% dei polmoni».
Altalena di emozioni
Fino al 9 di aprile è un calvario: «Alle 17 di quel giorno mi chiamano dall'ospedale per avvisarmi che non avrebbe superato la notte» e, invece, la speranza si riaccende grazie ad una telefonata dei medici della Rianimazione del policlinico di Catanzaro. Un posto è ora disponibile e Concetta si prepara al trasferimento, all'azienda universitaria arriva in gravi condizioni: «Fino al 18 di aprile i medici hanno combattuto per poterla stabilizzare ma resta ancora in gravissime condizioni» conferma ancora Luigi che il giorno successivo viene convocato a Catanzaro, dove i medici gli illustrano la necessità di sottoporre Concetta ad un trapianto di polmoni.
La speranza appesa a un respiratore
La malattia le ha divorato i polmoni ma non le ha fiaccato lo spirito. «Mi hanno detto che è l'unica possibilità per salvare la vita a mia moglie, probabilmente sarà necessario anche un trapianto di cuore che è andato sotto sforzo a causa delle difficoltà respiratorie». La vita di Concetta, 38 anni di Corigliano, resta appesa ad un respiratore, quella del trattamento cui è sottoposta e che le garantisce la respirazione extracorporea. E ad una duplice speranza: quella di esser trasferita fuori regione per ottenere un trapianto di polmoni e poter così abbracciare per la prima volta la piccola Beatrice. «Mia moglie deve tornare a casa - è l'appello di papà Luigi -. Io e mia figlia la stiamo aspettando. Ringrazio tutta l’equipe della Rianimazione del policlinico che il 9 aprile le ha salvato la vita e ogni giorno lotta al suo fianco ma chiedo alle autorità sanitarie calabresi e delle altre regioni italiane di aiutarci affinché Concetta possa ricevere al più presto il trapianto».