«Un colpo di grazia», così i commercianti di Cosenza definiscono la terza ondata. È accaduto quello che non doveva. Prima i tracciamenti saltati, nella prima, lunghissima, fase dell’epidemia, poi la speranza dei vaccini, infine il timore che ritorna, alimentato dai numeri in salita, dai problemi sulle somministrazioni delle dosi e dai decreti del governo che hanno ricominciato a blindare il Paese.

«Peggio di prima»

«Adesso abbiamo paura – dice Giovanni Carofiglio, commerciante storico della città dei bruzi – non possiamo che resistere e sperare». Ma in città è tutto un rosario di saracinesche chiuse, sbarrate, forse per sempre, una via Crucis che una volta era la via dello shopping e che ora è una strada impervia e triste. Gli annunci delle società immobiliari hanno preso il posto dei vestiti in vetrina, gli interni di bar sono scatole vuote senza neanche più un’insegna.

I ragazzi comprano completi per le lauree in streaming

«A febbraio abbiamo visto un barlume di luce – racconta Verdiana Giordano – e invece ora siamo ripiombati nell’incubo». Anche la moda è cambiata. Via abiti da sera, completi ricercati, adesso, dice Verdiana, sulle grucce sono in bella vista tute e felpe, anche se rivisitate in versione meno casalinga, adatte allo smart working. «I tailleur continuano a vendersi – spiega –. Li comprano i laureandi che vogliono un bel vestito per la loro seduta, anche se sarà in streaming».

«I clienti non ci sono, la gente non esce, a che serve restare aperti se poi nessuno compra?». Marica De Filippis si guarda intorno, ci mostra il suo ionizzatore. Ha un negozio piccolo, ha rispettato sempre le regole, ma contro un nemico come un virus, non c’è soluzione che tenga, è una battaglia che solo il tempo potrà decidere. «Vaccinatevi!» esclama Benito Scola dal suo negozio «solo così prima dell’estate ritorneremo alla nostra vita».