Ascolto e interventi concreti sono stati invocati dalle decine di imprenditori presenti, in piazza Italia a Reggio, in occasione dell’iniziativa Bianco è libertà promossa dal comitato dei Commercianti reggini, scandita da un’apertura simbolica dei negozi, che non hanno accolto clientela, e dal lancio in piazza Italia di palloncini rossi. Rosso è, infatti, il colore delle limitazioni che stanno, da oltre un anno, determinando una crisi del tessuto commerciale e imprenditoriale del territorio.

Un momento di importante sensibilizzazione della cittadinanza e di grande unione e partecipazione da parte dei commercianti che, restando in questo territorio, non rinunciano a credere che l’unione faccia la forza. Una manifestazione rimasta attuale e necessaria nonostante la zona arancione, che farà riaprire alcuni ma non tutti, e in vista di ulteriori restrizioni future, delle importanti battaglie sui ristori e di prossime sfide. Da invocare soluzioni concrete per il dramma anche economico della pandemia.

«Abbiamo costituito un comitato spontaneo - ha spiegato Sasha Sorgonà, uno dei promotori - perché crediamo che gli imprenditori vadano ascoltati. Se il tessuto economico cade è anche responsabilità delle associazioni di categoria che dovrebbero riflettere su questo. Noi non siamo contro di loro ma il messaggio che vogliamo lanciare è in realtà una sollecitazione ad ascoltare le reali istanze del commercio e del territorio. Questa piazza e la partecipazione alla manifestazione costituiscono un grande punto di partenza, segno che c’è volontà di dialogare e che farlo è possibile. Trovarsi in tanti, in sole 48 ore, significa volere andare avanti insieme, iniziando con il chiedere al governo, qualora ci fosse bisogno di nuove chiusure, di procedere con restrizioni a livello provinciale e non più regionale. Reggio non solo non le merita ma non può più permettersi di subire il protrarsi di questa crisi», ha spiegato Sasha Sorgonà, comitato Commercianti Reggini.

Un impulso partito da giovani imprenditori e dal Comitato con lo slogan "Reggio, ripartiamo!". L’inizio di un percorso di rete di cui, evidentemente, c’è vitale bisogno e che non si esaurirà con la pandemia. «La zona rossa ha accelerato sicuramente la formazione di questo comitato – ha spiegato Remo Frisina, un altro dei promotori - che nasce da esigenze preesistenti che la pandemia ha reso solo più urgenti. Noi, imprenditori di un territorio così difficile, sentiamo primario il bisogno di fare rete e di aprire dei canali di comunicazione con le istituzioni, visto che manca proprio questo trait union tra noi e chi assume decisioni che ci riguardano. La zona arancione consentirà a molti di aprire e di allentare la morsa delle difficoltà ma non sarà così per tutti. Noi intendiamo adesso affiancare coloro che, come ad esempio i ristoratori, continueranno a subire le restrizioni. Dobbiamo in qualche modo sopperire alla mancanza di attenzione da parte delle associazioni che dovrebbero tutelarci», ha sottolineato Remo Frisina, comitato Commercianti Reggini.

«La rabbia sfociata in un post su face book per la zona rossa prima di Pasqua – ha raccontato Antonella D’Agostino, anche lei promotrice del comitato - ha dato il via ad un tamtam sui social che ci ha portati così numerosi in piazza. Si tratta di un grido comune che ci unisce al di là del settore del commercio in cui siamo impegnati. Sono molto contenta di questa partecipazione che fa ben sperare per il futuro. Questo potrebbe rappresentare l’inizio di un percorso valido per alimentare rete, sinergie e progettualità capaci di far crescere il nostro territorio», ha evidenziato Antonella D’Agostino, comitato Commercianti Reggini.

«La zona arancione è per ognuno di noi solo un mezzo sorriso. Fin quando ogni commerciante non potrà agire secondo i propri dettami imprenditoriali, non ci sarà da festeggiare. Penso ai ristoratori, ai quali manifestiamo tutta la nostra solidarietà, che ancora sono stretti nella morsa di una crisi durissima. Spero che la zona bianca arrivi per tutti al più presto. La nostra economia sta patendo troppo e da troppo tempo. Nato per protesta contro la zona rossa indiscriminata, questo comitato, tuttavia, si fa promotore di una causa comune che certamente porteremo avanti», ha concluso Paoluccio De Stefano, componente comitato Commercianti Reggini.

In piazza non solo commercianti perché la crisi colpisce anche oltre. C’è anche un locatario al quale lo Stato chiede le tasse come se incassasse regolarmente un canone che il conduttore commerciale invece non può più pagare.
«Siamo vari anelli di una stessa catena. Non essere solidale anche con uno solo degli anelli equivale a compromettere l’intero sistema. Se, congelando le tasse su quel reddito e consentendoci di non infierire su chi già è in difficoltà, lo Stato continuerà a non sostenere anche noi locatari che non possiamo evidentemente riscuotere i canoni da chi non può lavorare, appena sbloccheranno gli sfratti, i commercianti avranno solo un problema in più», ha sottolineato Ottavio Serranò.