L’edificio seicentesco situato nel cuore del centro storico di Cosenza ha ospitato il municipio fino al 1959. Recuperato come centro polifunzionale negli anni novanta, dopo un  nuovo periodo di decadimento, la Casa delle Culture, così come fu ribattezzata in quella circostanza anche dietro suggerimento di tre personaggi indimenticati del capoluogo, Franco Dionesalvi, Tobia Cornacchioli e Antonello Antonante, ha riaperto adesso i battenti, questa volta grazie alla ristrutturazione condotta dall’amministrazione comunale con fondi di Agenda Urbana.

Taglio del nastro

Il taglio del nastro dà il via ad una nuova fase affidata alla cooperativa Teatro in Note, presieduta da Vera Segreti, che gestirà il progetto Agorà, dopo essersi aggiudicata il relativo bando. «È un giorno molto importante per la città di Cosenza – ha detto senza nascondere la propria emozione – Sono molto fiera ed orgogliosa di essere in prima linea nella riapertura della Casa delle Culture e sento la responsabilità della gestione di questo spazio meraviglioso. Sarà una vera e propria fucina delle arti: musica, teatro, pittura, scultura ma soprattutto tanta formazione per i giovani».

Da un socialista all'altro

L'inaugurazione della Casa delle Culture, luogo simbolo di Cosenza vecchia, giunge al termine di una settimana contraddistinta da scontri al vetriolo tra maggioranza e opposizione. Al centro del conflitto la condizione del planetario, depredato e abbandonato, con le consuete schermaglie politiche sulle presunte responsabilità del passato e del presente. Il sindaco Franz Caruso, non ha perso l'opportunità di rincarare la dose: «Come testimonia la consegna di questo immobile alla collettività, noi le opere le rendiamo disponibili per la collettività quando sono pronte ad entrare in funzione» ha affermato con una punta di malcelato sarcasmo. E poi, in un afflato di orgoglio socialista, Caruso si è riagganciato all'epopea manciniana, ricordando 27 anni fa la riapertura del palazzo dopo anni di oblio grazie ai fondi del programma Urban investiti dall'indimenticato leader del Psi «che hanno consentito di non perdere questo prezioso edificio».

Ognuno faccia la sua parte

Durante la conferenza stampa che è seguita alla riapertura, Franz Caruso ha pure lanciato un invito, anzi, dai toni impiegati, si è trattato più di un monito, a chi è titolare di porzioni di patrimonio immobiliare a Cosenza vecchia ed alla classe imprenditoriale: «Chi abita nel centro storico si vede che tiene molto alla cura di questa zona. Ma vi sono tantissimi edifici privati ridotti in rovina su cui il Comune non ha strumenti per intervenire. I residenti riferiscono della costante presenza di turisti attratti dalla bellezza di questi quartieri. Noi stiamo facendo la nostra parte impiegando al meglio le risorse assegnateci con Agenda Urbana e con il Contratto Istituzionale di Sviluppo. A dimostrazione che al Sud i soldi vengono spesi presto e bene. Mi auguro che il processo di rinascita che stiamo avviando, con la riapertura della Casa delle Culture, con i giovani dell'Università della Calabria, con il social housing ed altre iniziative, tra cui il restauro della villa comunale, prossimo alla cantierizzazione, possa stimolare investimenti dei settori produttivi della città».