VIDEO | I cittadini dello storico quartiere riuniti in un comitato. Il portavoce Giannino Dodaro: «Gravi segnali di abbandono. Da tempo ascoltiamo solo annunci, senza vedere interventi concreti»
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Il sistema di scale e marciapiedi mobili che collega il rione dello Spirito Santo con Piazza XV Marzo e, di riflesso, con Corso Telesio, è fermo ormai da più di un anno. In tempo di lockdown il blocco è passato quasi inosservato. Adesso però, il disservizio si fa sentire. Dura la salita per chi abita nello storico quartiere e deve raggiungere la Provincia, il teatro, la biblioteca oppure la banca o l'ufficio postale.
Opere di messa in sicurezza
Il soggetto gestore, l'Amaco, dopo aver più volte sollecitato il Comune, prorietario dell'infrastruttura, affinché procedesse ad alcune opere di manutenzione, ha dovuto interrompere il servizio poiché, proprio a causa dei mancati interventi tecnici, erano venute meno le condizioni di sicurezza.
Il degrado prende piede
In questo contesto di mancato utilizzo, l'opera è esposta all'avanzata del degrado, con le aiuole circostanti e gli stessi gradini metallici, soggetti all'incuria ed all'abbandono di cartacce e spazzatura di vario genere. Ma è tutta la zona a presentare segnali di cedimento, tanto da spingere i residenti ad organizzarsi in un comitato per far sentire la propria voce: «Qui sono nati e cresciuti importanti politici, personaggi di cultura, imprenditori: era il cuore pulsante di Cosenza. Oggi purtroppo non è più così» dice Giannino Dodaro, portavoce del neonato gruppo di cittadini.
Il simbolo dell'immobilismo
«Queste scale - aggiunge - sono il simbolo del'immobilismo della politica. Ma anche le strade dissestate e poi la fontana della piazza anche quella priva di acqua da tempo, la cui vasca è diventata un ricettacolo di immondizia. Non dimentichiamo poi il centro sportivo con le piscine, completamente abbandonate su cui forse la Procura dovrebbe porre la propria attenzione. L'elenco delle problematiche è molto lungo».
Il miraggio del recupero
Il recupero di Cosenza vecchia rimane ancora un miraggio, al di là dei fiumi di denaro stanziati sulla carta, delle opere di riqualificazione, dei progetti di integrazione sociale: «Abbiamo solo sentito annunci - chiosa Dodaro - senza vedere nulla di concreto».