Sono quelle ospitate nel limitrofo istituto Pezzullo dove però l'ente intermedio è in procinto di avviare lavori di adeguamento antisismico. Gli studenti dovranno traslocare
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La comunicazione inviata dalla Provincia di Cosenza al dirigente scolastico del Liceo Scorza, Aldo Trecroci, è una doccia gelata: l’Ente è in procinto di avviare lavori di adeguamento sismico nel limitrofo istituto Pezzullo in cui sono allocate nove classi dello scientifico, altro plesso interessato da ristrutturazione. Quelle nove aule a breve non saranno più disponibili per cui gli studenti dovranno traslocare. Dove? Ancora non si sa.
Brevissimo preavviso
La missiva è pervenuta al preside soltanto il 12 settembre, a 48 ore dal primo suono della campanella. «Naturalmente – riferisce Trecroci – il poco preavviso ci costringe per il momento a disattendere la richiesta di trasferimento. In assenza di altre indicazioni da parte della Provincia, i ragazzi interessati cominciano l’anno scolastico nel Pezzullo, per come era stato previsto. Anche perché in due giorni non c’era il tempo materiale per organizzarsi diversamente. Sono in corso interlocuzioni per trovare soluzioni alternative percorribili, che soddisfino le esigenze degli alunni e delle loro famiglie».
L'iniziativa nella sede Cgil
La notizia è stata resa nota nel corso di una iniziativa organizzata dall’area programmatica Democrazia e Lavoro nella sede Cgil di Piazza della Vittoria, sul tema La scuola a Cosenza tra problemi strutturali, di inclusione, di diritto allo studio alla quale sono tra l’altro intervenuti anche il sindacalista Pino Assalone; suor Lorena Armiento, insegnante con esperienza in contesti sociali complessi; Piero Fantozzi, docente emerito di sociologia all’Unical, Fiore Manzo, dottorando di ricerca, tra i primi giovani rom cosentini a conseguire la laurea.
Opportunità dal Pnrr
Nella sua qualità di consigliere comunale di Palazzo dei Bruzi con delega alla scuola, Aldo Trecroci ha messo in evidenza le opportunità per gli istituti cittadini derivanti dalle risorse del Pnrr messe a disposizione dall’Unione Europea: «Tre sono sostanzialmente le linee di intervento – ha ricordato – La prima destina fondi alle scuole in cui le prove Invalsi non hanno dato risultati soddisfacenti. Questi finanziamenti devono quindi essere impiegati in azioni volte a ridurre il gap di preparazione manifestato dai ragazzi, ed anche per contrastare la dispersione scolastica. Poi ci sono altri due capitoli abbastanza corposi: uno per investimenti in laboratori l’altro per costruire ambienti innovativi per la didattica».