Il presidente della Camera Penale di Cosenza, l'avvocato Roberto Le Pera, esprime profonda preoccupazione per le condizioni della giustizia in Calabria, aggravate dai maxi processi e da un sovraccarico che rende difficile assicurare tempi e risorse adeguate ai diritti costituzionali. Durante l’intervista a Cosenza Channel, Le Pera ha descritto la situazione come “malata”, soffocata da procedimenti complessi, come quelli legati alle operazioni giudiziarie contro la criminalità organizzata, in cui centinaia di imputati devono essere giudicati entro limiti temporali stringenti. Una situazione mette a dura prova il Tribunale di Cosenza e altri distretti, come quello di Catanzaro, dove le risorse appaiono inadeguate per processi di tale portata.

La Calabria giudiziaria

Le Pera ha parlato anche del recente “sciopero a staffetta” attuato dalle Camere Penali calabresi, chiarendo che non si tratta di uno scontro con la magistratura, ma di una richiesta di ascolto. A suo parere, le risposte del Ministero della Giustizia, che cita un “aumento di risorse” con qualche nuova unità di magistrati, sono insufficienti e dimostrano una grave “ignoranza giudiziaria”. In questo contesto, Le Pera ha esortato via Arenula, sede del ministero della Giustizia, a un intervento strutturale e incisivo, senza limitarsi ad aggiustamenti formali che non risolvono il nodo critico dell’insostenibile carico di lavoro.

Caso Cerciello Rega, ignoranza costituzionale

Nel commentare il caso di Mario Cerciello Rega, Le Pera esprime solidarietà all’avvocato Scalise, presidente della Camera Penale di Roma, attaccato per aver difeso la giurisdizione contro l’ingerenza politica. Secondo Le Pera, interventi come quello del senatore Maurizio Gasparri - che ha sollecitato un’ispezione ministeriale in risposta alla concessione degli arresti domiciliari a uno degli imputati per l’omicidio del carabiniere - sono lesivi dei principi di autonomia giudiziaria e rispecchiano una “ignoranza costituzionale” preoccupante. Per Le Pera, simili ingerenze minano il principio della presunzione di innocenza e distorcono il ruolo dell’avvocato, dipingendolo come difensore del delitto anziché del diritto. Inoltre, il presidente della Camera Penale di Cosenza ha ribadito come sia essenziale garantire alla magistratura la possibilità di operare senza pressioni politiche, per rispettare la separazione dei poteri sancita dalla Costituzione.

Critiche al Ddl Sicurezza

Le Pera, nel corso dell'intervista, ha criticato il Ddl Sicurezza, che prevede un ampliamento dei reati e un generale inasprimento delle pene, definendolo una risposta superficiale a problemi complessi. Secondo il penalista, leggi come questa non risolvono la crisi di giustizia, ma sono sintomo di un “panpenalismo” – ovvero l’eccessiva tendenza a criminalizzare anche comportamenti di basso profilo. A suo avviso, il legislatore, anziché cercare di comprendere le cause profonde di fenomeni come il sovraffollamento carcerario o la microcriminalità, preferisce rispondere al “desiderio della folla” e al richiamo di una giustizia sommaria.

Difesa dell'avvocatura

Le Pera ha chiesto di non trasformare la giustizia in un mero strumento di consenso politico, ribadendo che il ruolo della legge dovrebbe essere educare e non assecondare le reazioni popolari. La sua opinione, condivisa anche dall’Unione delle Camere Penali, è che tale visione distorca il ruolo della giustizia come baluardo dei diritti, generando danni irreparabili all’equilibrio costituzionale. La sua difesa dell’avvocatura si riflette anche in un appello ai colleghi e alla società civile: il ruolo degli avvocati è quello di difendere i diritti, inclusi quelli dei più vulnerabili, e preservare una democrazia che non scivoli verso logiche punitive e giustizialiste.

Infine, Le Pera ha concluso con un richiamo alla responsabilità collettiva, ricordando come il rispetto della Costituzione richieda una profonda consapevolezza del proprio ruolo, sia da parte del legislatore sia degli operatori della giustizia. A suo avviso, la vera “cura” per la Calabria giudiziaria e per la giustizia italiana in generale è un impegno condiviso e consapevole dei valori costituzionali che devono guidare ogni scelta e intervento, dall’interno delle aule di tribunale fino al Parlamento.