Complessivamente 21 le persone indagate. Le visite ispettive avrebbero avuto sempre esito positivo nonostante le condizioni precarie dei locali dell’ateneo. Avrebbero così ottenuto i fondi per la ricerca in cambio di favori
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I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Procura, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro nei confronti di 12 persone, tra i quali si annoverano alcuni vertici dell’Università Magna Grecia e dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, indagati a vario titolo per associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali.
Coinvolto l’ex rettore Giovambattista De Sarro, ai domiciliari. Tra gli indagati c'è anche Giuseppe Caparello, responsabile dell'Asp veterinaria.
In particolare, nei confronti di 11 indagati è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre un altro è destinatario dalla misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio delle pubbliche funzioni rivestite in seno all’Asp di Catanzaro, per la durata di 12 mesi.
Con lo stesso provvedimento è stato disposto, inoltre, il sequestro preventivo di due laboratori scientifici (cd. stabulari) dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, adibiti alla sperimentazione sugli animali per finalità di ricerca, nonché della somma di 23.222,17 euro nei confronti di due indagati, ritenuta il provento del delitto di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Per le medesime condotte illecite risultano indagati, altresì, ulteriori 21 persone ai quali sono state notificate le relative informazioni di garanzia.
11 arresti e una misura interdittiva: i nomi
La misura cautelare degli arresti domiciliari è stata applicata nei confronti di:
- Britti Domenico
- Caparello Giuseppe
- Castagna Fabio
- Citraro Rita
- Costa Nicola
- De Sarei Giovambattista
- Leo Antonio
- Loprete Giovanni
- Palma Ernesto
- Poerio Anselmo
- Viscomi Giuseppe
Misura cautelare interdittiva della sospensione dell'esercizio delle pubbliche funzioni rivestite in seno all’Asp di Catanzaro per la durata di 12 mesi nei confronti di Conforto Luciano.
Le indagini
Le complesse indagini condotte dai finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Catanzaro, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro avrebbero fatto luce su un collaudato sistema illecito posto in essere mediante l’esecuzione “pilotata” di visite ispettive svolte dall’Asp presso i laboratori scientifici dell’Ateneo universitario catanzarese condizionandone i relativi esiti, assicurando in tal modo l’espletamento delle onerose attività progettuali autorizzate dal Ministero della Salute.
L’analisi della documentazione, corroborata dagli ulteriori elementi di prova acquisiti, avrebbe in particolare consentito di delineare un rapporto di compartecipazione e di reciproci favoritismi sussistenti tra i preposti degli Enti pubblici in gioco (l’Asp di Catanzaro quale controllore e l’Università Magna Grecia quale ente controllato).
Dalle indagini condotte è emerso, inoltre, che i vari responsabili di progetto di volta in volta nominati, hanno fatto ricorso ad ingenti fonti di finanziamenti pubblici - dell’ordine di circa 2 milioni di euro - utili alla copertura economica delle varie attività progettuali, costantemente garantite dall’ottenimento dell’attestazione di regolarità rilasciata “illecitamente” dai veterinari dell’Asp preposti alle ispezioni, nonostante le precarie condizioni in cui versavano i laboratori.
Il coinvolgimento dei dirigenti dell’Asp da parte dell’organizzazione criminale si sarebbe reso necessario per la presenza nei laboratori scientifici di numerose criticità
le quali, ove rilevate, avrebbero comportato l’immediata chiusura, con la conseguente perdita dei fondi erogati per lo svolgimento della ricerca e l’irrogazione di pesanti sanzioni amministrative.I rapporti corruttivi tra alcuni indagati sarebbero emersi, tra l’altro, nell’ambito della redazione delle graduatorie finali afferenti a specifiche procedure concorsuali presso l’Umg., all’esito delle quali veniva dichiarata vincitrice la figlia di uno degli indagati, dirigente dell’Asp di Catanzaro, nonché nel riconoscimento di cospicue somme di denaro - quale prezzo della corruzione - ad un veterinario dell’Asp di Catanzaro, in virtù dei numerosi incarichi di docenza illecitamente ottenuti presso l’Ateneo universitario, in cambio del sistematico esito positivo delle visite ispettive dallo stesso svolte presso i laboratori scientifici dell’Umg.
Grazie alle attività svolte nei laboratori, invece, diversi docenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro hanno potuto svolgere attività di ricerca con sperimentazione in vivo che costituisce - se ben espletata - un passaggio fondamentale per la validazione delle ipotesi scientifiche. In realtà le attività sperimentali con animali vivi sono state effettuate, in gran parte, attraverso la violazione delle basilari norme di igiene e benessere animale. Le indagini condotte, infine, hanno consentito di riscontrare l’esistenza di un allevamento abusivo di animali da laboratorio costantemente utilizzato dagli indagati per alimentare le attività di ricerca riscontrando, in taluni casi, ipotesi di maltrattamento degli animali coinvolti nei relativi progetti. Ciò con un duplice risvolto: da un lato avrebbero cagionato l’uccisione immotivata di animali non autorizzata dal Ministero della Salute, dall’altro, avrebbero falsato l’attendibilità delle ricerche espletate.