Se nello scalo internazionale di Lamezia Terme i controlli riguardano solo i passeggeri in arrivo con voli internazionali e da Roma Fiumicino, a bordo dei treni e nelle stazioni il caso coronavirus sembra non esistere.

Siamo stati nella stazione centrale di Lamezia Terme dove abbiamo trovato diversi passeggeri che indossavano la mascherina, ma anche tanti altri infastiditi dalla disparità di trattamento rispetto a chi viaggia in aereo, sebbene anche nello scalo aeroportuale le maglie sembrano essere larghissime.

 

In stazione nessun tipo di controllo, nessun dispenser di igienizzante o indicazione su come evitare i contagi con i passeggeri che, allarmati, si chiedono chi abbia deciso che il virus non viaggia su rotaia.

«Seduti accanto a me in treno c’erano due cinesi e una signora che veniva da Milano. Non c’è stato nessun tipo di controllo. Ora rientro a casa dai miei figli, chi mi dice che qualcuno non mi abbia contagiata?», dice una donna arrivata da Roma Termini.

Ma a pensarla come lei sono in tanti. È il caso di un’intera famiglia con il viso protetto da mascherina: «Ho avuto un po’ di paura, la stazione Termini era piena di cinesi, sul treno erano tantissimi fino a Napoli. Con tutto questo allarmismo il timore c’è», ci raccontano.

 

Si sentono, insomma, passeggeri di serie B. Vorrebbero controlli a bordo, l’obbligo delle mascherine, dispenser di igienizzanti. La paura è tanta, in molti preferiscono non parlare, ma la mascherina che indossano dice tanto.

Nessun controllo nemmeno sugli autobus e gli autisti si organizzano da sé. Intercettiamo un mezzo a lunga percorrenza davanti alla stazione e l’autista ci confida di fare da sé: mascherina e guanti per toccare i bagagli.