La doppia morale del sindaco Siclari: «State a casa», ma va in gita al Nord

In piena emergenza Coronavirus le telecamere beccano il primo cittadino sospeso di Villa San Giovanni a spasso per Firenze. E ora? «Non ho sintomi, ma mi sono messo volontariamente in quarantena»

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di Alessia Candito
13 marzo 2020
16:42

Nello iato fra vita reale e vita virtuale che la stagione del coronavirus ha dilatato all’infinito, c’è chi sul web predica bene e nella realtà razzola assai male. Come Giovanni Siclari, sindaco sospeso di Villa San Giovanni che l’8 marzo scorso, in piena emergenza coronavirus ha ben pensato di fare una gita con la famiglia in Toscana.

Gita in piena emergenza

Qualche ora prima, il governo Conte aveva chiuso la Lombardia e altre 14 province del Nord, centinaia di fuorisede si precipitavano su treni e aerei per tornare al Sud, mentre i governatori si mettevano le mani nei capelli per il rientro incontrollato di centinaia di persone dalle aree a rischio. Siclari, fratello del senatore di Forza Italia Marco sul cui capo pende una richiesta di arresti domiciliari per scambio elettorale politico-mafioso, invece era tranquillo in centro a Firenze, mentre le carceri esplodevano per le rivolte, i vescovi chiudevano le chiese in tutta Italia e i suoi (ex) colleghi sindaci si sgolavano nell’unanime coro «State a casa».


Selfie collettivo a Ponte Vecchio

A beccarlo, senza che se accorgesse, sono state le telecamere di skytg24 che raccontavano le piazze piene di turisti nonostante il dilagare dell’epidemia. Perché lì in mezzo ci fosse pure Siclari, con famiglia al seguito, non è dato sapere. «Non ero certo lì per vacanza – dice, rimanendo sul vago - io le vacanze le faccio al mare, d’estate, non vado certo in posti in cui sono già stato cento volte. Chi dice il contrario lo fa per infangarmi». Eppure la troupe inquadra il sindaco sospeso mentre posa con i familiari per un selfie collettivo in una centralissima piazza piena di gente. Altri scatti di quella trasferta, fra cene al ristorante e noti scorci della città, si ritrovano sui profili social dei familiari. Su quello del sindaco sospeso, che tanto attivo si mostra sui social, invece non ce n’è traccia, magari per la difficile coabitazione con i ripetuti appelli a «stare a casa».

Regole uguali per tutti

E adesso? «Non ho sintomi, ma mi sono messo volontariamente in quarantena» sostiene. In realtà, anche questa è solo una mezza verità. Perché secondo l’ultima ordinanza emanata dalla governatrice Jole Santelli, autodenuncia e quarantena sono obbligatorie per chiunque sia tornato dal Nord dal 17 febbraio in poi. A meno che non si supponga che gli amministratori (o ex) siano esentati perché per natura immuni al Covid 19 dunque incapaci di trasformarsi in incontrollato veicolo di contagio attorno a sé. Ma la cronaca e la lunga lista di amministratori e uomini di partito risultati positivi ai tamponi dimostra che non è così.

 

Giornalista
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