Alta tensione ad Amantea, centro del Cosentino, dopo la decisione di non permettere entrate e uscite dal centro accoglienza Ninfa marina. Qui, nelle scorse ore, sono stati accertati 26 casi di coronavirus. Risultati positivi ai tamponi, 25 migranti e un operatore. La notizia, diffusa tra gli ospiti della struttura, è stata accolta con proteste da parte degli immigrati presenti.

La protesta dei migranti

In molti si sono riversati per strada, urlando, gettandosi a terra e tenendo atteggiamenti minacciosi anche nei confronti dei giornalisti sul luogo. Presenti Digos, polizia, carabinieri ed esercito. In particolare, l’invio delle forze dell’ordine e delle forze armate era stato deciso nella serata di ieri dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. L'obiettivo era quello di garantire la vigilanza della struttura. Coinvolto dal provvedimento, anche il centro accoglienza di Rende dove invece sono stati registrati 16 contagi (15 migranti e un operatore).

L’invio dell’esercito

I militari che dovranno incaricati dei controlli, sono arrivati da Diamante, dove sono stati impiegati in attività contro gli assembramenti durante la movida. Una presa di posizione che aveva tranquillizzato commercianti e residenti, preoccupati per la possibile estensione del focolaio. Proprio ieri, infatti, una protesta pacifica di cittadini si è registrata nelle strade di Amantea.

 

AGGIORNAMENTO ORE 14.30 - È rientrata al momento, grazie alla mediazione di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, la protesta inscenata da un gruppo di extracomunitari ad Amantea. Le forze dell''ordine, che presidiano da ieri la struttura, hanno evitato che i ragazzi uscissero per andare a lavorare o per altre esigenze. La tensione si è creata perché alcuni degli extracomunitari, che ormai vivono stabilmente, da anni, nella cittadina tirrenica calabrese, non hanno ricevuto la comunicazione di obbligo di quarantena. Per molti di loro, infatti, questa mattina era normale uscire per svolgere le attività quotidiane. Adesso, però, non possono lasciare la struttura. Per il personale delle forze dell'ordine la difficoltà nelle scorse ore è stata quella di interloquire con i ragazzi, per mancanza dei mediatori culturali. La struttura ospita oltre 80 persone di cui 26 sono risultati positivi al coronavirus.