Ordinanza del presidente della Giunta regionale, Jole Santelli, per il territorio comunale di Serra San Bruno in materia di igiene e sanità pubblica. Dopo che quattro cittadini sono risultati positivi al coronavirus (uno è ricoverato all’ospedale di Vibo Valentia), la presidente della Regione ha ordinato il divieto di allontanamento e di accesso da e per il territorio comunale di Serra San Bruno.



Un’ordinanza su tale punto perfettamente inutile poiché già nella giornata di ieri altra ordinanza dei ministri dell’Interno e della Salute vieta in tutta Italia di spostarsi da un comune ad un altro se non per ragioni di lavoro, assoluta urgenza o motivi di salute. Continua dunque il “balletto” fra Governo e Regioni che continuano ad emettere ordinanze sulle medesime materie.

 

L’ordinanza della Santelli prevede poi la sospensione delle attività degli uffici pubblici di Serra San Bruno, “fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità” di cui non viene però fornita nell’ordinanza alcuna indicazione. Dal territorio comunale di Serra, il provvedimento della governatrice prevede la possibilità di ingresso e transito per gli operatori socio-sanitari, il personale impegnato nei controlli e nell’assistenza alle attività riguardanti l’emergenza, nonché gli esercenti le attività consentite sul territorio e quelle strettamente strumentali alle stesse, con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale. Restano aperti, naturalmente, supermercati, farmacie, tabacchini ed edicole.

 

Si tratta della sesta ordinanza di “chiusura” di un comune calabrese adottata dall’inizio dell’emergenza sanitaria: gli altri cinque sono stati Montebello Jonico (Reggio Calabria), dove si è verificato il primo decesso nella regione, Cutro (Crotone), San Lucido (Cosenza), Rogliano (Cosenza), dove tra i casi positivi si registra anche quello del sindaco, Giovanni Altomare, e Santo Stefano di Rogliano (Cosenza).