Un centinaio di legali del foro che comprende la Sibaritide ed il Pollino hanno scritto al presidente dell'ordine degli avvocati ed ai referenti di Camera civile e penale
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Chiedono una immediata adozione, per la Calabria, del provvedimento di sospensione delle udienze in presenza. È quanto sollecitano un centinaio di avvocati di Castrovillari e di Corigliano Rossano che in questi giorni hanno scritto al presidente dell'ordine degli avvocati, Roberto Laghi, ed ai presidente delle camere civile e penale di Castrovillari, rispettivamente Antonella Gialdino e Liborio Bellusci, facendosi interpreti delle preoccupazioni che riguardano l'escalation di contagi sul territorio e nella regione.
La grave situazione della sanità calabrese che ha determinato la necessità di qualificare la Calabria come zona rossa pone i tribunali in genere come luoghi ad alto rischio di contagio legate alla frequentazione di variegate categorie di persone, provenienti da ogni dove e di tutte le fasce di età.
Nonostante ci siano stati tentativi di regolamentare l’accesso al tribunale ed alle aule di udienza attraverso l’indicazione di un orario di trattazione non si riesce ad evitare gli assembramenti tanto nelle aree comuni, quanto nei corridoi e davanti alle aule di udienza, con evidente rischio di contagio per tutti i soggetti presenti. Mentre per i cancellieri e tutto il personale è prevista la possibilità di lavorare in smart working ed i giudici possono organizzare la celebrazione delle udienze avvalendosi di ogni cautela, gli avvocati, le parti processuali ed i testi, non hanno possibilità di adottare adeguate misure di salvaguardia personale.
Una situazione di «grave disparità» che determina anche la mancata tutela della salute. Gli avvocati non intendono sottrarsi al proprio dovere ma provano a coniugare efficienza e sicurezza. La richiesta di interrompere ogni attività si accompagna anche alle conseguenti misure di sostegno. La proposta di sospensione avanzata dall'avvocato Francesca Straticò ha trovato subito accoglimento da parte di una sessantina di avvocati castrovillaresi ed è stata condivisa anche da altrettanti colleghi della zona di Corigliano Rossano.