Sulla vicenda indagano i carabinieri. Parisi commenta: «Perdiamo soldi e un anno di crescita degli alberi ma questo non mi intimidisce»
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Divelte e rubate piantine di agrumi messe a dimora su oltre un ettaro di terreno dell’azienda di Enrico Parisi, delegato nazionale di Giovani impresa Coldiretti e presidente di Coldiretti Cosenza. L’episodio è avvenuto a Corigliano-Rossano. Dopo aver scoperto il furto, sono stati avvertiti i Carabinieri che hanno avviato le indagini del caso. A darne notizia la Coldiretti Calabria che con il presidente Regionale Franco Aceto, esprime solidarietà e vicinanza «ad un dirigente impegnato a livello nazionale e regionale che fa del rispetto della legalità, dello sviluppo dell’agricoltura e del coinvolgimento dei giovani anche in attività sociali i suoi punti di riferimento e la bussola del suo agire». «È un atto grave – prosegue - che ferisce la sensibilità e il lavoro di tanti agricoltori ed in questo caso non sappiamo al momento se è un atto vandalico, teso ad indebolire la forte azione sindacale di Parisi, o un furto a fini di lucro».
Parisi: «Questa non è la Calabria che mi appartiene»
«Sono rammaricato perché questa non è la Calabria che mi appartiene - ha commentato Parisi -e non è il Sud per cui gli agricoltori lottano. Noi agricoltori stiamo già affrontando un momento difficile ma in questo modo vogliono colpire la speranza di chi lavora in onestà e trasparenza. Perdiamo soldi ed un anno di crescita delle nuove piante di arance, - rimarca -questo non mi intimidisce assolutamente. Poi si chiede e chiede: quanti giovani non denunciano? Quanti agricoltori sono intimiditi e preferiscono tacere o accettano compromessi perché messi con le spalle al muro per le difficoltà che vivono? Ritengo che l'uguaglianza nel godimento dei diritti civili essenziali sia il patrimonio culturale da difendere con le unghie e i denti e senza fare sconti a nessuno. Analizzeremo cosa accerteranno le forze dell'ordine, che ringrazio fin da adesso, al fine che di evitare almeno altri danni ai nostri agricoltori. La Calabria – chiosa - è terra di speranza, è terra di opportunità, è terra di confronto e crescita, chi non ha capito che il popolo è cambiato, allora non ha capito che noi giovani, in comunità, siamo pronti a lottare con l'arma più forte che esista e che non si esaurirà mai: la Cultura. Le mani degli agricoltori saranno anche sporche di terra ma profumeranno sempre di umiltà e dignità. Giù le mani dalla terra».