Nell’agosto scorso contrae il coronavirus, viene sottoposto a quarantena obbligatoria domiciliare. E decide di annunciare pubblicamente la contrazione del virus, spiegando i vissuti e tentando si rasserenare la comunità. Lui è il consigliere comunale Raffaele Vulcano che, proprio questa mattina, ha deciso di donare il plasma iperimmune recandosi al centro trasfusionale dell’ospedale spoke di Corigliano- Rossano.

Da due mesi sottoposto ad esami clinici per l’idoneità

Il consigliere Vulcano ha sin dalle prime battute pensato di donare il plasma. È da due mesi che è sottoposto a prelievi per alcuni controlli di routine che rientrano nei protocolli previsti. «Durante il periodo in cui ho avuto il Covid sono stato vittima di una valanga di veleni- dichiarata amareggiato il Consigliere Vulcano- oggi con questo mio atto voglio anche fornire una risposta a quanti hanno manifestato una inaudita insensibilità, attraverso quest’atto che definisco una donazione d’amore». L’amarezza  sottolinea l’importanza di avviare una campagna di sensibilizzazione su questo tema: «Ci sono passato e so cosa significa. In questo momento il nostro territorio conta tanti pazienti Covid e c’è anche chi, purtroppo, ha avuto la sfortuna di non farcela. Con queste donazioni si ha la possibilità di aiutare altri pazienti Covid». Poi l’appello ai negativizzati: «Collaborate, apritevi alla donazione, si potranno salvare tante vite umane».  

Il plasma iperimmune è somministrabile ai pazienti colpiti in forma severa

Lo staff del centro trasfusionale dell’ospedale spoke Corigliano- Rossano ha avviato una intensa attività di informazione e sensibilizzazione. Oggi è stato il primo caso, ma in agenda ce ne sono già altri. Il plasma iperimmune non è somministrabile a tutti i pazienti Covid, è indirizzato in particolare a chi ne è colpito in forma severa. E non tutti possono donare, occorre avere determinate caratteristiche. C’è una prima una fase di filtro per stabilire l’idoneità.

Il centro trasfusionale, diretto dalla referente Filomena Spina (foto a sinistra), è una sede collaborante, procede alla raccolta delle sacche, per poi smistarle alla sede di Cosenza che, a sua volta, tratta la lavorazione della parte liquida del sangue già selezionata, seguirà il processo di inattivazione dal punto di vista virale e, solo successivamente, verrà immesso nella banca dati disponibile per la somministrazione.