Nell'ospedale spoke di Corigliano Rossano, una luce di speranza si accende nel campo della raccolta del sangue, dove si registrano progressi significativi. Tuttavia, mentre si celebra questo traguardo, si solleva una preoccupazione: la mancanza di giovani donatori. Nonostante i miglioramenti, la maggior parte dei donatori rimane nell'ambito della popolazione adulta. È dunque fondamentale rivolgere un appello ai soggetti più giovani affinché si uniscano a questa nobile causa e contribuiscano a garantire un futuro sano e prospero per la comunità.

Filomena Spina, responsabile del servizio trasfusionale di Corigliano Rossano, condivide l'entusiasmo per i progressi compiuti nell'ambito della donazione di plasma. «Fino all'anno scorso la donazione di plasma in questa struttura era un po' carente», ammette Spina. «Ma l'anno scorso siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi assegnatici dal centro regionale sangue, e quest'anno ci stiamo impegnando al massimo per proseguire su questa strada». Recentemente, il centro ha organizzato una giornata straordinaria di raccolta: «Il plasma raccolto viene lavorato e dai suoi componenti si ricavano fattori della coagulazione e farmaci salvavita per persone che nascono con patologie ematiche».  La donazione di plasma è fondamentale per garantire la disponibilità di tali farmaci per chi ne ha bisogno.

Strumentazione dedicata 

Tuttavia, Spina riconosce che promuovere la donazione di plasma è una sfida, poiché richiede un impegno maggiore rispetto alla donazione di sangue intero. «La donazione di plasma va fatta attraverso una strumentazione dedicata, quindi è un po' più difficile aderire», spiega. «Ma quando coinvolgiamo i nostri donatori, rispondono abbastanza bene in termini di sicurezza».

Con il passare degli anni, è essenziale coinvolgere sempre più persone nella donazione, soprattutto i giovani. «Vorremmo organizzare una bella giornata di raccolta il 14 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Donatore», annuncia Spina. «Dobbiamo sensibilizzare e motivare la nuova generazione a compiere questo gesto di solidarietà che per molti è semplicemente un atto di altruismo, ma per chi ne ha bisogno significa tanto».

La dottoressa Yanet Montano, ematologa cubana, si sofferma su un paziente da poco trattato: «In questo momento, ci troviamo di fronte a un paziente che presenta un sanguinamento prolungato, un segno caratteristico dell'emofilia. Nella terapia preventiva per l'emofilia, è essenziale ricorrere alla terapia sostitutiva. Questa può consistere nell'utilizzo di derivati plasmatici ottenuti da donazioni volontarie di sangue, come nel caso attuale, oppure di derivati sintetici. Deve essere presa una decisione ponderata, considerando la gravità dell'emofilia avanzata. In questi casi, possiamo valutare l'utilizzo di terapie avanzate, come ad esempio l'uso di anticorpi monoclonali, che rappresentano un importante progresso nel trattamento di questa patologia». La dottoressa Montano sottolinea l'importanza di valutare attentamente le opzioni terapeutiche disponibili, al fine di garantire il miglioramento della qualità della vita del paziente e la gestione efficace della sua condizione ematologica.