L'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza sarebbe nuovamente orfana di una guida. Dal 27 agosto hanno avuto effetto le dimissioni presentate dal direttore generale facente funzioni Sergio Diego. Al suo posto sarebbe dovuto subentrare il referente sanitario Guglielmo Cordasco, sulla base di una comunicazione trasmessa dal commissario ad acta Saverio Cotticelli allo stesso Cordasco ed al dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Antonio Belcastro. Cordasco però, con una missiva datata 28 agosto in cui esprime tutte le proprie perplessità sulla validità della nomina, avrebbe di fatto rifiutato l'incarico, lasciando vacante la poltrona un tempo ambita ed oggi evitata come la peste.

Rischio di sanzioni e di denunce penali

Il perché è facile da intuire: in questa caotica fase, in cui il dirigente generale dispone di poteri limitati e funge da traghettatore in attesa che a Roma entri in carica il nuovo Governo e si sblocchi la nomina dei nuovi manager previsti dal Decreto Calabria, nessuno vuole apporre la propria firma in calce ad atti che potrebbero rivelarsi illegittimi o, peggio, esporsi al rischio di sanzioni penali derivanti dalle cattive condizioni in cui versa la rete ambulatoriale ed ospedaliera del territorio. Contattato telefonicamente Cordasco non conferma, nè smetisce. Ci pensa allora il consigliere regionale Carlo Guccione, a rendere nota la nuova vacatio: «Dopo le dimissioni del reggente Sergio Diego, che ha rassegnato le dimissioni dall'incarico, lasciando senza alcun governo la più grande Asp della Calabria, già da mesi senza una guida e con un manager che garantiva a malapena l'ordinaria amministrazione, le cose non sono cambiate. Anzi. Uno scambio di comunicazioni ufficiali tra il commissario ad acta per il Piano di rientro Saverio Cotticelli, il dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Antonio Belcastro, il dirigente reggente dimissionario dell’Asp Sergio Diego e il referente sanitario Guglielmo Cordasco fa capire con chiarezza che la situazione è più che peggiorata - scrive in un comunicato».

La denuncia di Guccione

«Siamo alla paralisi più totale. Mancano farmaci, in particolare quelli oncologici, gli stipendi dei medici di famiglia sono bloccati, chiudono alcune sale operatorie degli ospedali Spoke. Così come vengono chiusi i punti nascita all’indomani di eventi tragici, per poi scoprire che in quel punto nascita dovevano essere sospese le attività per mancanza dei requisiti minimi e carenze strutturali, come hanno verificato le ispezioni dell’Asp di Cosenza e del Ministero». Sulla vicenda del subentro mancato di Cordasco, Guccione ricostruisce le interlocuzioni intercorse tra l'Asp ed il Commissario ad Acta: «Il 9 agosto Cotticelli comunica che le dimissioni del direttore generale facente funzioni dell’Asp di Cosenza (Sergio Diego ndr) avranno decorrenza dal 27 agosto e che ha individuato in qualità di sostituto, il referente sanitario Guglielmo Cordasco. Il 26 agosto, sempre il commissario Cotticelli - prosegue Guccione - comunica a Sergio Diego, la proroga dell’incarico di Guglielmo Cordasco, quale referente sanitario che sostituirà la S.V. dal 27 agosto fino a data da destinarsi. Ed ecco che arriva immediata, il giorno dopo, la risposta di Cordasco indirizzata al commissario ad acta, al dirigente Sergio Diego e al dirigente generale del Dipartimento Salute Antonio Belcastro. Cordasco scrive: In una Asp le cui criticità sono ormai quotidiane e richiedono decisioni autorevoli per non incorrere in comportamenti omissivi e che possono mettere a rischio la salute della popolazione assistita, il lavoro non può essere vanificato da aspetti normativamente dubbi e che pertanto potrebbero inficiare qualsiasi atto adottato a decorrere da giorno 28 agosto. Una risposta a quanto da me richiesto riveste carattere di urgenza anche per evitare, tra l’altro, il blocco di qualsiasi pagamento con aggravio di spese per interessi maturati».

A rischio la salute dei cittadini

«Siamo alla tragicomica - conclude Guccione - se non fosse che ci troviamo di fronte all’Azienda Sanitaria Provinciale tra le più grandi d’Italia che gestisce tre ospedali Spoke e una popolazione di 750mila abitanti. Oggi questa situazione rischia di mettere in serio pericolo la salute dei cittadini e si configura un’interruzione di pubblico servizio visto che in questo momento non c’è nessuno a capo di questa importante Asp. Le cose non possono essere lasciate così neanche per un minuto in più».