La condanna per l'avvocato a 6 anni di reclusione ha suscitato un coro di commenti: «Vicenda già archiviata per la quale, nel 2014, pubbliche si erano levate le scuse da parte della polizia giudiziaria e dell’organo di accusa»
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«L’avvocato Armando Veneto è un signore, un galantuomo, un punto di riferimento per intere generazioni di avvocati, un maestro colto e raffinato e il modello di avvocatura militante». Così scrive in una nota il presidente della Camera Penale di Catanzaro, Valerio Murgano, e il segretario, Francesco Iacopino, per conto del direttivo in riferimento alla condanna dell'avvocato Armando Veneto alla pena di 6 di reclusione disposta ieri dal gup del Tribunale di Catanzaro per corruzione in atti giudiziari aggravata dalle modalità mafiose e concorso esterno in associazione mafiosa.
«Lui rappresenta e incarna l’uomo e l’avvocato per bene. Armando Veneto ha sempre onorato la toga e difeso i valori sui quali è edificata la nostra civiltà del diritto. È il nostro orgoglio, il nostro esempio, nella vita e nella professione. E oggi, che raccoglie su di sé il peso dell’ingiustizia, ancora di più comprendiamo la grandezza dei suoi insegnamenti e l’esigenza di non arretrare di un millimetro nelle nostre fatiche quotidiane in difesa delle libertà.
In questa triste vicenda, ci uniamo al coro unanime che si è levato per protestare contro una sentenza che ‘stona’ con la statura umana e professionale di un avvocato che, da sempre, ha esercitato con coraggio, passione e fedeltà il proprio ministero difensivo; lo facciamo senza infingimenti, da operatori del diritto, conoscendo bene quelli che sono gli elementi posti a sostegno della decisone.
Una sentenza emessa rispetto a una vicenda già archiviata, per la quale, nel 2014, pubbliche si erano levate le scuse da parte della polizia giudiziaria e dell’organo di accusa. Armando Veneto non è solo. Siamo certi, credendo fortemente nella giurisdizione e nei valori democratici che la sottendono, che presto verità e giustizia si incontreranno. Fino ad allora, saremo al suo fianco, per sostenerlo nella Sua battaglia di civiltà, sicuri della sua innocenza, ma anche coscienti del dramma umano che egli sta vivendo».