Nasce dallo spunto del già sindaco di Lamezia Terme Pasquale Materazzo la protesta pacifica tenutasi stamattina a via Perugini davanti all’edificio in cui prestano servizio gli attuale commissari prefettizi che, come prevedibile, hanno scelto di non comparire.

Ingegneri, architetti, geometri e non solo hanno scelto la via del sit-in per sottolineare norme non rispettate, ignoranza procedurale, nonché poca motivazione, legata anche agli esigui numeri di impiegati rimasti a coprire le scrivanie del Comune, con particolare riferimento proprio al settore tecnico, che starebbero bloccando pratiche e progetti, impedendo di fatto alla città di crescere. Tutto segnalato ai commissari, assicurano, tutto messo nero su bianco ma senza alcun esito.

«Questa protesta è il frutto di un logoramento continuo - spiega Matarazzo – con l’ufficio tecnico non si riesce a dialogare, la pubblica amministrazione non adotta i provvedimenti che dovrebbe prendere e ci lascia in balia dell’incertezza. Come tecnici abbiamo mandato un documento alla commissione straordinaria oltre due mesi fa nel quale avvertivamo di una seria di problematiche dovute a interpretazioni aleatorie della norma. Ci aspettavamo che venissero fissate in maniera precisa e tale che sia i tecnici esterni che quelli istruttori potessero riferirsi a cose certe. Ma nulla è stato fatto – insiste Matarazzo - addirittura ci sono degli obblighi di legge che non sono stati eseguiti e sui quali né la commissione straordinaria né i sindaci precedenti sono intervenuti. Lamezia è come se fosse acefala».

Si passa poi agli esempi, come i provvedimenti da adottare entro trenta giorni e che prendono polvere nei cassetti da cinque anni. Casi eclatanti, ma non rari per i manifestanti che a questo punto si chiedono come si possibile lasciare correre, non sentire la necessità di intervenire mentre in loro l’esasperazione cresce.