Il Tribunale amministrativo del Lazio ha osservato che nel fascicolo dibattimentale sono presenti solo alcuni documenti che non assicurano «l'effettività del diritto di difesa dei ricorrenti»
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Sullo sfondo Stefanaconi, nel riquadro l'ex sindaco Solano
Il Tar del Lazio ha ordinato il deposito di tutti gli atti che nel luglio scorso hanno portato all’emissione del Dpr con il quale, su proposta del Ministro dell’Interno Piantedosi, è stato deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Stefanaconi (Vibo Valentia) per «accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa».
La decisione è contenuta in un’ordinanza cautelare pubblicata nell’ambito di un ricorso proposto dall’ex amministrazione cittadina, con in testa l’ex sindaco Salvatore Solano. Il Tar, considerato che il ricorso meriti l’approfondimento della sede di merito, ha osservato che nel fascicolo dibattimentale sono presenti solo alcuni degli atti ritenuti utili per la decisione.
Ecco che allora «per assicurare l’effettività del diritto di difesa dei ricorrenti» i giudici hanno ritenuto «necessario acquisire l’intera documentazione relativa alla procedura in esame, priva di oscuramenti e completa di tutta la documentazione alla stessa allegata, e in particolare: la relazione del Prefetto di Vibo Valentia; – gli atti relati alla riunione dell’8 aprile 2024 del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica; – gli atti di nomina della commissione di accesso; gli atti relativi all’attività compiuta dalla predetta commissione». I documenti in questione dovranno essere depositati in versione integrale e privi di omissis «fermo il rispetto delle cautele imposte dalla natura classificata del testo che l’amministrazione è tenuta ad osservare». Trenta giorni di tempo sono stati concessi per il deposito; udienze di merito fissata il prossimo 16 aprile.