Uffici vuoti, scrivanie vacanti, calendari rimasti indietro nel tempo. È semivuoto il comune di Lamezia Terme. Soggetto da anni ad una carenza di organico che si è cronicizzata ora tocca uno dei suoi punti più bassi. Dei 333 dipendenti che dovrebbe avere, ce ne sono in servizio solo 202.

I pensionamenti che si sono susseguiti a ritmo costante, hanno lasciato dietro di sé un deserto di postazioni, qualifiche, risorse che a causa del blocco delle assunzioni non si è riuscito a colmare. Solo nell’ultimo anno in cento hanno raggiunto l’agognata pensione. Così Lamezia continua nel suo progressivo percorso di riscatto, al termine di due anni di commissariamento lacrime e sangue, a fatica.

Due dirigenti a ricoprire il carico di lavoro di sette

Anche i dirigenti mancano. Dovrebbero essere sette, ma sono soltanto due a farsi carico di tutti i settori, compresi quelli per i quali non avrebbero competenze specifiche. A soffrire di più è il quarto piano, quello dedicato ai “tecnici”, qui le scrivanie vuote sono di più e il peso della mancanza si fa sentire. Ma basta guardarsi attorno per vedere l’età media e non stentare a credere che lo “spopolamento” di via Perugini debba ancora proseguire. Entro settembre andranno via decine di altre figure. Il sindaco Mascaro assicura che si è al lavoro per procedere con le assunzioni, un percorso non facile ma nemmeno impossibile.

 

Nella Polizia locale manca più di metà personale

E spostandosi nel vicino edificio, che ospita la Polizia Locale lo scenario non cambia, decine di uffici vuotis e posti vacanti. Il personale è composto da 35 unità quando la pianta organica ne contemplerebbe 75. Si è nelle mani del senso di responsabilità e di sacrificio dei vigili e a farne le spese spesso sono le famiglie, ci spiega il vice comandante reggente Aldo Rubino. L’emergenza Coronavirus è stato poi un ulteriore macigno, doppi turni, mancati riposi, ferie non godute. Il personale della Polizia Locale non si tira indietro, ma manca oltre metà della forza lavoro.