Colpo alla cosca Libri: gli assetti organizzativi, le estorsioni e i soldi riciclati

FOTO | Le accuse e i ruoli degli arrestati colpiti stamattina da misura cautelare nell’ambito dell’operazione Theorema-Roccaforte condotta da carabinieri e polizia e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria

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di M. S.
31 luglio 2018
12:03
Anita Repaci
Anita Repaci

Associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni: questi alcuni dei reati contestati alle 13 persone raggiunte stamani da un provvedimento di misura cautelare ritenuti affiliati alla cosca ‘ndranghetistica “Libri”, cosca egemone a Reggio Calabria. Ricostruiti gli assetti organizzativi della cosca e in particolare, gli episodi estorsivi nei confronti di titolari di attività commerciali. Sequestrati beni fittiziamente intestati per un milione di euro.


Al vertice è stato individuato un duopolio costituito dal decano Pasquale Libri, deceduto, figura garante dell’osservanza delle regole mafiose, e dal genero Filippo Chirico, titolare della carica di capo società e responsabile operativo sul territorio. Erano loro ad individuare le imprese da sottoporre ad estorsione e ricevendo i relativi proventi, amministrando la cassa comune del sodalizio ed individuando le attività imprenditoriali da acquisire tramite fittizie intestazioni, destinando parte delle somme agli associati detenuti e ai loro familiari, curando l'affiliazione dei nuovi associati e mantenendo i rapporti con esponenti di altre famiglie mafiose.



Gaetano Tomaselli e Riccardo Antonio Artuso, principali collaboratori di Filippo Chirico, chiedevano le estorsioni ed esattori dei proventi, erano preposti all'occultamento delle armi del sodalizio, nonchè al mantenimento dei contatti con gli altri associati. Angelo Chirico, battezzato con la dote di "picciotto" era preposto anche a gestire gli interessi della cosca del settore delle scommesse online, nonché alla riscossione dei proventi delle estorsioni e Demetrio Morabito, anche lui battezzato con la dote di "picciotto", era invece preposto al mantenimento dei contatti con i familiari degli associati detenuti.


Anita Repaci emissaria di messaggi inerenti l'attività del sodalizio, avrebbe fornito supporto logistico (mettendo a disposizione appartamenti per gli incontri) consigliando e istigando Filippo Chirico nella gestione dei fatti criminali di pertinenza del sodalizio. Antonino Votano sarebbe stato preposto a risolvere contrasti e a dirimere liti sul territorio nonchè al mantenimento dei contatti con altri articolazioni territoriali di 'ndrangheta operanti nel mandamento di Reggio Calabria.

Domenico Pratesi era invece referente dell'associazione nella frazione di Gallina e forniva supporto anche in occasione della latitanza di associati. Stefano Sartiano, collaboratore di Filippo Chirico, manteneva i contatti con altre articolazioni del mandamenti di "Reggio Centro" imponendo sul territorio le proprie attività imprenditoriali.

Domenico Sartiano collaborava con Filippo Chirico nella gestione degli interessi imprenditoriali del sodalizio mettendo a disposizione l'azienda edile a lui intestate.

Domenico Ventura, detenuto, delegava agli affiliati in libertà il compimento di danneggiamenti per suo conto e la riscossione di somme di denaro ricevendo dal sodalizio periodiche elargizioni di denaro per il mantenimento suo e dei familiari e il pagamento delle spese legali. Maria Teresa Ventura manteneva i contatti con i vertici della cosca e il padre detenuto Domenico anche allo scopo di scongiurare la collaborazione con la giustizia di quest'ultimo, veicolando informazioni sui processi in corso e occupandosi della riscossione di somme di denaro.

 

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