Sono oltre cinque i milioni che oggi la Regione Calabria ha messo a disposizione dei Comuni e della Protezione civile per poter riqualificare immobili di borghi calabresi spopolati in vista di una ormai più che probabile ondata di profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Lo ha deliberato questa mattina la giunta, adottando due differenti delibere.

«Abbiamo appena approvato due delibere - ha chiarito il presidente della Regione a margine della riunione -. Con la prima si offre la possibilità ai Comuni di accedere a fondi per la rifunzionalizzazione di abitazioni da destinare all'accoglienza di coloro che stanno scappando dalla guerra. La seconda offre la possibilità alla Protezione civile di di far fronte anche alle primissime spese per questa accoglienza».

«È un modo concreto di dimostrare come la Calabria che è una regione che ha grande necessità di solidarietà da parte della comunità nazionale riesce a sua volta ad essere solidale nei confronti di quelli che hanno bisogno, di quelli che scappano dalla guerra e che fino a qualche settimana fa vivevano come noi come tutti gli europei e che vogliono continuare a vivere conservando la loro libertà».

Le risorse sono state reperite sulle linee di finanziamento dei Por «che non sempre la Regione riesce a spendere veloce e produttiva - ha chiarito Occhiuto -. Quattro milioni per la rifunzionalizzazione delle abitazioni e 1 milione e 200mila euro per le prime spese. Se però il Governo dovesse rendere disponibili come ci auguriamo nuove risorse per queste attività è evidente che utilizzeremo quelle risorse».

Nel frattempo si intensificano le interlocuzioni tra la Cittadella e le istituzioni a Roma: «Ci sono state più conferenze dei presidenti di Regione - ha aggiunto ancora Occhiuto - anche con il Governo e il capo della Protezione civile in questi giorni. Ci si aspetta flussi consistenti per tutta l'Europa e anche per il nostro Paese. Il console ucraino che ho sentito ieri mi segnalava che la Calabria dopo la Campania è la regione con la maggiore presenza di ucraini allo stato. Quindi iniziative di questo genere vanno anche in direzione di favorire il ricongiungimento familiare».