Il funzionario è imputato in "Cemetery boss" per concorso esterno con la 'ndrangheta: avrebbe favorito la cosca dei Rosmini nell'imporre il proprio monopolio sui lavori edili all'interno del camposanto
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Ha scelto il rito ordinario l'ex responsabile del servizio cimiteri per il Comune di Reggio Calabria Carmelo Manglaviti nell'udienza preliminare del processo "Cemetery boss" che lo vede imputato con l'accusa di concorso esterno con la 'ndrangheta per aver favorito, secondo i pm, la cosca dei Rosmini nei processi di imposizione del monopolio sui lavori edili all'interno del cimitero di Modena, nella periferia nord della città.
Il processo è nato da un'inchiesta, coordinata dai pm Stefano Musolino e Sara Amerio, che ha fatto luce sulle frizioni tra le cosche Rosmini e Zindato per il controllo del territorio del quartiere reggino. La Dda guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri ha ricostruito gli assetti e le dinamiche criminali della cosca Rosmini, federata alla famiglia mafiosa dei Serraino. Nel maggio 2020, nove persone sono state arrestate con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Nelle udienze preliminari hanno scelto il rito abbreviato il boss Franco Giordano, ritenuto il "capo società" della cosca Rosmini, Giuseppe Angelone, Giuseppe Casili, Natale Crisalli, Salvatore Claudio Crisalli, Demetrio Missineo, Cristina Pangallo, Rocco Richini e Giovanni Rogolino. Oltre a Manglaviti, continueranno con il rito ordinario, Nicola Alampi, Massimo Costante, Mirella Patrizia Crisalli, Rosaria Nicolò, Carmelo e Roberto Puleo.
Nell'udienza di oggi, tenuta in aula bunker, il pm Sara Amerio ha depositato due verbali del collaboratore di giustizia Pino Liuzzo che ai magistrati della Dda ha raccontato alcune dinamiche interne alla famiglia mafiosa di Modena. In particolare, parlando di Franco Giordano, Liuzzo ha affermato che «è un generale dei Rosmini». «Voglio dire - ha aggiunto - lui è il gestore di Modena per conto dei Rosmini assieme con Pino Angelone».