La Prefettura avvia un'indagine conoscitiva per verificare se la struttura avesse i requisiti per l'accreditamento, nonostante abbia continuato nel corso degli anni a erogare prestazioni assistenziali
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Piove sul bagnato per la casa di riposo Domus Aurea di Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro. Dopo l'esplosione dei contagi da Covid 19, rischia adesso di deflagrare una nuova bomba tra le degenze della struttura assistenziale ma di natura affatto differente a quella sanitaria, questa volta è, invece, amministrativa. Al fianco della stesura del piano di evacuazione dei 73 anziani dalla casa di riposo, corre parallela un'indagine conoscitiva che riguarda la verifica dei requisiti di accreditamento.
L'accreditamento
Come si sa, ogni struttura assistenziale e, in particolare le residenze sanitarie assistenziali, per poter acquisire lo status di erogatori di prestazioni per conto del servizio sanitario devono ottenere dalla Regione prima l'autorizzazione e poi l'accreditamento. Ebbene, dalla verifica amministrativa eseguita sulla casa di riposo di Chiaravalle la clinica non soddisfa alcuno dei tre requisiti richiesti per ottenere l'accreditamento ma ha continuato nel corso di questi anni a svolgere ed erogare prestazioni assistenziali per conto del servizio sanitario regionale.
La relazione in Prefettura e alla Regione
Ma vi è di più. All'esito dei controlli la casa di riposo Domus Aurea non è risultata neppure in possesso del certificato antimafia, rigorosamente richiesto a tutti i privati che intendano lavorare con le pubbliche amministrazioni. Tutti i rilievi sono finiti in una relazione, già posta all'attenzione del prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino, e spedita al commissario per il piano di rientro, Saverio Cotticelli, assieme ad una richiesta di sospensione dell'accreditamento.