«Non siamo obbligati a venire a casa». È questa la spiegazione laconica e molto sommaria fornita telefonicamente da una guardia medica ad una 71enne che nella notte tra sabato e domenica scorsa ha contattato il servizio di continuità assistenziale per chiedere un intervento a domicilio.

Cinque giorni con la febbre

La donna, fisicamente provata da cinque giorni di febbre a 39 che le avevano anche provocato mancamenti, ha infatti più volte contattato la postazione - Catanzaro 1 in via Tommaso Campanella - per sollecitare il medico a raggiungerla a casa a causa della condizione di spossatezza e prolungato malore che l’affliggeva da giorni ma senza riuscire nell’intento di ottenere un consiglio telefonico né l’arrivo della professionista a domicilio.

La richiesta di una visita medica

Il primo contatto intorno alle ore 20 di sabato sera, quando la donna spiegava al medico di stare male e di non riuscire neppure ad eseguire la misurazione della pressione. D’altro capo del telefono l’unico suggerimento fornito è stato quello «di rilassarsi, riprovare la misurazione più tardi ed evitare di esporsi a fonti di calore».

Domenica mattina

Questo il racconto della donna che in un primo tempo ha desistito, dopo aver compreso l’indisponibilità del medico a recarsi a casa per effettuare una visita. Durante la notte, tuttavia, le condizioni non sono migliorate, tutt’altro. La 71enne ha continuato a stare male e intorno alle 6 del mattino ha riprovato a contattare la guardia medica. Di domenica mattina, la postazione di continuità assistenziale è, infatti, l’unica alternativa al pronto soccorso, soluzione che la dottoressa ha nei fatti prospettato alla paziente che continuava ad insistere chiedendole di poter essere visitata a domicilio.

«Chiami il 118»

«Non siamo obbligati a venire a casa» ha chiarito senza troppi giri di parole la dottoressa assentendo alla replica della donna che chiedeva se dovesse a questo punto rivolgersi al 118. «Mi ha detto di chiamare il 118» racconta la donna. «Le ho spiegato che se anche avessi contattato il servizio d’emergenza mi avrebbero ugualmente chiesto di rivolgermi prima alla guardia medica».

Rimandata al medico di famiglia

Non ci ha neppure provato, quindi, a chiamare l’ambulanza, racconta la 71enne a LaC News24, ma spiega di essersi alterata al telefono con il medico ricevendo come risposta: «Se ha la forza di irritarsi evidentemente non sta così male». La donna esasperata ha quindi infine domandato a chi avrebbe dovuto rivolgersi e d’altro capo del telefono le hanno suggerito di attendere fino lunedì per contattare il medico curante.