Perquisite le celle del reparto Alta sicurezza dove sono ospitati detenuti ad alto rischio di criminalità. Il Sappe: «Ora basta, si proceda a schermare gli istituti penitenziari italiani per evitare l’utilizzo dei telefoni»
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Diversi smartphone e più dosi di sostanze stupefacenti sono stati trovati e sequestrati nel carcere di Vibo Valentia, a seguito di perquisizioni eseguite dalla Polizia penitenziaria nelle celle del reparto Alta sicurezza dove sono ospitati detenuti ad alto rischio di criminalità.
L’operazione è stata eseguita dagli agenti penitenziari di Vibo, coordinati dal comandante Pietro Davide Romano, coadiuvati da colleghi giunti a supporto da altri istituti calabresi come Catanzaro, Palmi, Locri e Reggio Calabria. Un intervento significativo nella lotta contro l’illegalità anche all’interno delle mura carcerarie e che dimostra l’impegno e la dedizione del personale che vi opera.
Sull'operazione di ieri è intervenuto anche il sindacato di polizia penitenziaria Sappe: «L'istituto, pur attraversando momenti critici - affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto e Francesco Ciccone, segretario regionale - si è sempre distinto per la professionalità e lo spirito di sacrificio di di tutto il personale che ha continuato a garantire legalità e sicurezza, attraverso l’espletamento quotidiano dei compiti istituzionali. Auspichiamo che si proceda al più presto a schermare gli istituti penitenziari italiani, per evitare l’utilizzo dei telefoni cellulari che, ormai, entrano con estrema facilità, nonostante l’introduzione di uno specifico reato nel nostro codice penale».