Paradossi su paradossi, situazioni difficilmente spiegabili, matasse complesse da dipanare. I medici del 118 dell’Asp di Catanzaro continuano a denunciare le anomalie del servizio d’emergenza e mentre puntano il dito contro la gestione commissariale una vicenda è già approdata in Procura, oltre che al Tribunale del Lavoro e alla Guardia di Finanza.

L’Asp, lo ricordiamo, sta trattenendo sulle buste paga dei medici del 118 le indennità che hanno ricevuto negli ultimi dieci anni. Cifre che sforano spesso i cento mila euro e che se da un lato preleva tutti i mesi dai loro conti correnti dall’altro ha nuovamente chiesto. Ecco perché della vicenda si dovrà occupare la magistratura. Ma se il taglio delle indennità è legato ad una logica ragionieristica e di risparmio, come è possibile, chiedono i medici, che per sopperire alla diaspora causata proprio da questo provvedimento si stiano assumendo medici ad un costo molto più alto degli attuali?

Cinquanta euro lorde ad ora quanto viene dato attingendo a fondi Covid ai nuovi medici per arginare la diaspora causata dal ritiro forzato delle indennità e le conseguenti difficoltà a coprire i turni. Un contratto dinamico quello applicato che non sta riuscendo comunque a garantire che i mezzi siano sempre dotati di medico a bordo. Ma non solo. Senza indennità gli attuali medici vengono retribuiti con 24 euro ad ora lorde, che diventano 29 qualora venisse reintegrata l’indennità. Oltre venti n più, insomma, gli euro ad ora per le nuove assunzioni. Ma il taglio delle indennità, rivendicano i professionisti del 118, era giustificato all’interno di una logica di risparmio che così sembra decisamente venire meno.