«Un detenuto italiano di circa 40 anni, ristretto nella casa circondariale di Catanzaro da alcuni mesi, con oltre 15 anni di pena ancora da scontare, per vari reati, ha aggredito questa mattina, all’interno del reparto detentivo, un assistente della Polizia penitenziaria, colpendolo con calci e pugni e costringendolo a ricorrere alle cure mediche. Lo stesso detenuto, sabato sera, aveva appiccato un incendio all’interno della cella, prontamente domato dal personale intervenuto». Lo denuncia il sindacato Sappe, con il segretario generale aggiunto, Giovanni Battista Durante, ed il segretario nazionale, Damiano Bellucci.

 

«Il reparto di Polizia penitenziaria della casa circondariale di Catanzaro - aggiungono i sindacalisti - soffre una consistente carenza di personale che si ripercuote nell’organizzazione dei servizi e nella gestione dell’intera struttura, atteso che all’apertura del nuovo padiglione e dei nuovi reparti non ha fatto seguito un adeguato incremento del personale di Polizia penitenziaria». Nell’esprimere solidarietà e vicinanza al collega che ha subito l’aggressione «chiediamo con forza che l’Amministrazione assuma idonee iniziative per risolvere le problematiche esistenti e per fronteggiare le continue aggressioni a danno del personale della Polizia penitenziaria». I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle carceri italiane nell’intero anno 2018 preoccupano «e dimostrano come non siano più rinviabili appositi interventi: 10.423 atti di autolesionismo, 1.198 tentati suicidi sventati in tempo dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria, 7.784 colluttazioni. Alto anche il numero dei ferimenti, 1.159 ferimenti, e dei tentati omicidi in carcere, che nel 2018 sono stati 5».