Ventotto anni di onorato servizio in stretta collaborazione con il centro trasfusionale dell'ospedale e quasi mille donatori attivi. Sono i numeri dell'Avis di Castrovillari, presieduta da Marianna Affortunato, che oggi più di ieri, nel pieno della pandemia, lavora quotidianamente per assicurare che le scorte di sangue non vengano mai meno. Una «famiglia» - come la definisce - che da anni con il lavoro silenzioso e prezioso si occupa di essere «custode della vita degli altri». La pandemia ha un pò rallentato l'afflusso dei donatori presso il centro trasfusionale di Castrovillari, allocato all'interno dell'ospedale Ferrari e coordinato dalla dottoressa Giulia Micciulli, facendo registrare un «calo anche molto consistente in questi ultimi mesi» - afferma la presidente dell'Avis - dovuto alla paura che c'è e continua ad esserci sul territorio per via della presenza del Covid e anche alla «difficoltà negli spostamenti». Ma per fortuna «nessuno è in difficoltà» ma si sono «allungati i tempi di attesa di chi ha bisogno».

Dietro ogni sacca di sangue la vita altrui

Il cuore dei donatori sa bene «quanto è indispensabile donare» e questo ha fatto vincere ogni timore e le scorte di sangue sono sempre assicurate. E' questo il lavoro prezioso che oggi l'Avis svolge anche attraverso il supporto del servizio civile interno all'associazione cittadina che ogni giorno si occupa di chiamare ed accogliere i donatori e fare «da ponte con il servizio trasfusionale con cui c'è una collaborazione sinergica da sempre, molto positiva e molto attiva». «Donare è indispensabile - ribadisce Marianna Affortunato - dietro la sacca di sangue c'è la vita altrui». Se venisse a mancare si creerebbero difficoltà «estreme per quei pazienti malati che hanno bisogno di supporto».

Il servizio trasfusionale

Reparto interno all'ospedale di Castrovillari è il luogo in cui si esaurisce il percorso trasfusionale: dal donatore che viene a fare il suo salasso fino alla distribuzione del sangue ai pazienti che ne hanno bisogno e di cui c'è sempre necessità. In totale sicurezza soprattutto in questa fase pandemica il reparto si è attivato per accogliere al meglio i donatori e coloro che afferiscono al servizio ospedaliero organizzando la sala d'attesa con il distanziamento, coordinando le donazioni con appuntamenti cadenzati in modo da agevolare l'ingresso singolo tra le aree del reparto. In questa seconda fase sono già arrivate richieste di pazienti guariti dal Covid per la donazione di plasma iperimmune che ora accederanno ad una prima fase di idoneità per accertare che la loro risposta immune sia stata significativa e soprattutto che rimanga tale al momento della donazione