Giuseppe Falcomatà può essere qualificato come «dominus dell’intera vicenda ed ideatore del progetto di affidamento diretto del Miramare all’amico Zagarella, sia nella sua veste formale di sindaco, e dunque di soggetto che riveste la più alta carica all’interno della Giunta comunale, sia nella sua veste sostanziale, quale agente direttamente interessato all’approvazione della delibera Miramare, alla cui votazione ha partecipato non solo in violazione di legge, alla stregua degli altri imputati, ma anche in spregio all’obbligo di astensione su di lui gravante alla luce dei rapporti intrattenuti con lo Zagarella».

Si esprime così il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti del sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà e degli assessori della sua prima giunta nelle motivazioni della sentenza per il caso Miramare, depositate in queste ore e con le quali si è sancita la condanna degli amministratori reggini, raggiunti poi da provvedimento di sospensione.

Nello specifico, con la decisione del 19 novembre scorso, Falcomatà è stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione, mentre Giovanna Acquaviva, Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone, Maria Luisa Spanò, Paolo Zagarella e Antonino Zimbalatti sono stati condannati a un anno di reclusione.

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