Otto famiglie di Scala Coeli convivono con la paura che lo stabile in cui alloggiano possa cedere per instabilità del fabbricato. Palazzine realizzate intorno agli anni 90, oggi fatiscenti. Una vera e propria piscina che invade le fondamenta. Le infiltrazioni arrivano fino al primo piano. L’acqua stagnante corrode il ferro e indebolisce il cemento. Umidità, cattivo odore, ratti, sono le condizioni ambientali in cui sono costretti a vivere gli inquilini, che regolarmente versano il canone di locazione. Le famiglie che abitano agli ultimi piani, invece, combattono con le lesioni strutturali della copertura: alle prime piogge, case allagate. «Non se ne può più – urlano i residenti – non è possibile rimanere inermi di fronte a una situazione del genere».  

Una ulteriore missiva datata 2019 gli inquilini la inviavano al sindaco Giovanni Matalone nella quale si denunciava lo stato di inagibilità dell’intera struttura abitativa mettendo in evidenza il pericolo per la salute e l’incolumità di chi vi abita. Il primo cittadino dal canto suo ha scritto all’Aterp (proprietario degli immobili) ma non si hanno risposte esaustive sul punto. Non è da escludere che con il trascorrere dei giorni possano essere posti in essere iniziative più drastiche mediante il coinvolgimento dell’autorità giudiziaria.

È pur vero che, nel caso si dovesse intervenire nella manutenzione e messa in sicurezza degli abitati, si renderebbe necessario un provvedimento immediato di sgombero dagli immobili e soluzioni alternative sarebbero in capo alle Aterp e al sindaco del centro presilano. Occorre, in sostanza, un intervento corposo ma necessario alla tutela della vita delle persone.