I fondi per la costituzione delle comunità energetiche solo per i comuni inferiori ai 5mila abitanti. Il sindaco incalza: «Non possiamo farci trovare impreparati, disposti anche ad accendere un mutuo»
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I 120 milioni di euro che la Calabria ha ricevuto dal piano nazionale di ripresa e resilienza per la costituzione delle comunità energetiche non riusciranno a mettere al riparo tutte le amministrazioni locali dal caro energia. I fondi sono, infatti, destinati solo ai comuni con una popolazione inferiore ai cinquemila abitanti mentre i costi per continuare a garantire servizi essenziali – l’illuminazione pubblica, delle scuole o degli impianti sportivi – lievita di mese in mese, anche e soprattutto per quelli superiori a quella popolazione.
Tra questi, vi è anche il comune di Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro, che ha visto aumentare la sua bolletta del 60% in breve tempo. «Non vogliamo diventare esattori nei confronti dei nostri cittadini» spiega immediatamente il sindaco, Domenico Donato. «In fin dei conti è quello che succederà perché i costi continuano ad aumentare e i servizi bisogna garantirli. Non è pensabile dire: stacco l’energia elettrica».
E così l’amministrazione si è già messa in cammino. Allo studio vi è un progetto per la realizzazione di una centrale ad energia rinnovabile che potrebbe consentire la definitiva autosufficienza energetica al Comune: «Non possiamo farci trovare impreparati – incalza il primo cittadino -. Ora dobbiamo iniziare a capire come uscire da questa situazione e l’unico modo è pensare ad un impianto per la produzione di almeno un megawattora, autonomo e capace di garantire l’autosufficienza alla nostra comunità».
Lo scorso maggio alla Regione si è tenuta una riunione in cui si è garantito lo stanziamento di ulteriori risorse – attinte dal Por – da destinare ai comuni con una popolazione superiore ai cinquemila abitanti. In attesa che ciò avvenga il Comune di Chiaravalle inizia a studiare al progetto: «Stiamo lavorando in questi giorni a censire gli spazi comunali disponibili: i tetti delle scuole, del palazzo comunale e gli edifici di proprietà per valutarne la fattibilità. Se non sarà possibile finanziarlo con le risorse regionali siamo disposti anche ad accendere un mutuo per poter arrivare alla realizzazione di questa centrale. È chiaro, il Comune non ha disponibilità economiche sufficienti ad avviare l’investimento».
Il finanziamento consentirà di coprire le spese dell’investimento iniziale. In primo luogo, i pannelli fotovoltaici da installare sui tetti degli edifici e un sistema di accumulo dell’energia durante le ore diurne per il rilascio durante le ore notturne: «È chiaro che un Comune come Chiaravalle non può pensare di spendere cifre tra i 400mila e i 500mila euro all’anno di energia e quindi l’intervento va fatto. Noi pensiamo che con un megawatt potremmo arrivare veramente alla copertura del consumo».