VIDEO | Le imbarcazioni hanno dato vita a una manifestazione di sostegno ai movimenti che da oltre 90 giorni sono in presidio permanente. A Trebisacce invece il sindaco ha tenuto una conferenza stampa
Tutti gli articoli di Cronaca
Da Cariati a Trebisacce la mobilitazione non si ferma: due comunità colpite un decennio fa dalla soppressione dei due presidi ospedalieri dall’allora presidente ma anche commissario alla sanità Peppe Scopelliti. Da allora ad oggi si continua a chiedere giustizia per una chiusura che viola i principi cardini della costituzione italiana con riferimento al diritto alla salute.
A Cariati, nel pomeriggio di oggi, i pescatori con tutte le imbarcazioni hanno dato vita a una manifestazione di sostegno al movimento Le Lampare e del movimentismo civico che da oltre 90 giorni sono in presidio permanente in quel che resta dell’ospedale di Cariati.
Tutte le barche a largo dell’area antistante il porto si sono posizione a forma di H in mare quale simbolo di riapertura del presidio. L’iniziativa è stata sostenuta anche dalla Lega Navale. Tra le principali rivendicazioni: l’inserimento nella rete ospedaliera regionale del “Cosentino”, compentenza esclusiva del commissario ad acta Guido Longo che, però, sul “caso Cariati” non si è ancora pronunciato. Attualmente il presidio cariatese è un assemblaggio di ambulatori e un punto di pronto intervento.
Per i pescatori la riapertura del nosocomio non equivale solo all’applicazione del diritto alla salute ma costituisce anche un indotto economico per una comunità il cui tessuto sociale soffre gravemente la crisi. Nonostante le dichiarazioni favorevoli del sottosegretario Sileri e il sostegno del governatore della Calabria Nino Spirlì, nessun segnale positivo emerge dalla vertenza in atto.
A Trebisacce segnali incoraggianti
Questa mattina, invece, a Trebisacce il sindaco Franco Mundo, alla presenza dei colleghi del distretto sanitario jonio nord, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha illustrato i contenuti dell’ultima sentenza del Consiglio di Stato che demanda al commissario Andrea Urbani il compito, con pieni poteri, di individuare entro 30 giorni i fondi per la riattivazione del “Chidichimo”.
Il primo cittadino nell’accusare i commissari ad acta susseguiti nel tempo di “inerzia”, ha informato di un incontro avuto ieri con il commissario dell’Asp di Cosenza Vincenzo La Regina il quale si sarebbe impegnato a favore della riapertura del presidio dell’alto jonio cosentino dando vita alle procedure necessarie. Il commissario Urbani, d’altronde, può rastrellare dai bilanci dell’Asp, della Regione e dello Stato, i fondi che necessitano per la riapertura del presidio. Idem per il reperimento del personale sanitario. Nel frattempo si sta lavorando per dare vita al ripristino delle sale operatorie e della divisione di medicina, unitamente a un ambulatorio di cardiologia.