Nuova aggressione ai danni un agente della polizia penitenziaria. L' episodio è stato denunciato da Francesca Bernardi, segretaria territoriale della Uilpa Polizia Penitenziaria: «Verso le 18.30 di ieri – scrive in una nota stampa - nella Casa Circondariale di Vibo Valentia, un agente del Corpo di polizia penitenziaria è stato violentemente aggredito con calci e pugni da un detenuto del circuito a media sicurezza (cosiddetto comune). Solo l’intervento di altri ristretti, che hanno immobilizzato l’aggressore, non nuovo a tali atti di violenza, ha impedito il peggio».

Da quanto emerge il poliziotto «stava prestando il suo regolare servizio, completamente disarmato come previsto per legge nelle carceri, da solo e in mezzo a una settantina di detenuti e, nell’aprire una cella per far rientrare coloro che avevano fruito delle attività in comune, è stato brutalmente aggredito da un occupante della stessa, che non ha desistito neanche quando il malcapitato cadeva a terra. Per fortuna gli altri reclusi hanno impedito il peggio e il poliziotto, trasportato al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, se l’è cavata con cinque giorni di prognosi».

La referente Uilpa aggiunge: «Dalle nostre stime, in tutto il Paese sono almeno tre al giorno le aggressioni gravi dei detenuti a danno degli appartenenti alla Polizia penitenziaria, tanto che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ne ha secretato i dati per motivi di ordine e sicurezza pubblici. Anziché intervenire per arginare la spirale d’inusitata violenza che imperversa in lungo e in largo nelle carceri, evidentemente, si preferisce nascondere».

In tale contesto «vanno rivisti il modello detentivo e l’organizzazione complessiva, va risolta la questione connessa ai detenuti affetti da patologie mentali, è indifferibile l’adeguamento degli organici del Corpo, mancanti di 18mila unità livello nazionale e carenti anche a Vibo Valentia di un centinaio di operatori, è necessario implementare le tecnologie e gli equipaggiamenti. Contemporaneamente – prosegue la sindacalista - dev’essere introdotta un’aggravante al reato di lesioni personali, quando recate alle donne e agli uomini della Polizia penitenziaria nell’esercizio delle loro funzioni. Inoltre, il Ministero della Giustizia dovrebbe costituirsi parte civile nei procedimenti a carico dei detenuti che aggrediscono gli operatori».

«Il problema è così sentito che in questi giorni, attraverso accordi contrattuali locali, in molte carceri la Polizia penitenziaria si sta di fatto autotassando per devolvere parte della retribuzione destinata a remunerare l’impiego in servizi che comportino particolari responsabilità, disagio e rischio in favore di quanti hanno subito aggressioni. Un’iniziativa a forte contenuto solidaristico, ma anche una vibrante protesta rispetto all’inerzia del Governo e, più in generale, della politica. Al poliziotto aggredito giungano la solidarietà e gli auguri di pronta guarigione di tutta la Uilpa Polizia Penitenziaria», conclude Bernardi.