Un sit-in è in programma dinanzi alla Casa di reclusione di Rossano per rivendicare “Dignità per tutti i detenuti”. L’iniziativa, che nasce in seguito ad una missiva inviata al Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) dall’avvocato Adriano D’Amico, consigliere comunale di San Demetrio Corone e membro del Comitato politico provinciale Rifondazione comunista Cosenza, mira ad accendere i riflettori sul “pianeta carcere” e sulle sue finalità, richiamando quanto sancito dall’art. 27 della Costituzione Italiana: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

La manifestazione si terrà domenica 25 ottobre alle ore 10,30. Lo stesso D’Amico cita nella missiva al Dap l’opera di Cesare Beccaria, che «certamente non può essere annoverato tra comunisti ed estremisti nemici del Popolo e dello Stato» e che «a proposito della pena riferisce che non può essere “…Uno strumento per raddoppiare con altro male il male prodotto dal delitto commesso…” ma uno strumento “…Per impedire che al male già arrecato se ne aggiunga altro ad opera dello stesso criminale o ad opera di altri che dalla sua impunità potrebbero essere incoraggiati...”».

Le probematiche dei detenuti

Partendo dalle situazioni denunciate da Cesare Battisti, attualmente ristretto nella sezione AS2 del carcere di Rossano, dedicata agli imputati e/o condannati per terrorismo, i promotori del sit-in intendono sensibilizzare sulle condizioni di tutti i detenuti: «La richiesta di aiuto che giunge forte dal super carcere di Rossano, ci ha fatto incontrare nei giorni scorsi per discutere di diritti e dignità dei detenuti. Le privazioni ed i soprusi subiti da Cesare Battisti, emerse dalle sue dichiarazioni riportate dai media nazionali e locali, sono comuni, purtroppo, a moltissimi detenuti italiani che -a discapito della citata Carta Costituzionale - sono costretti in uno spazio vitale ai minimi termini di sopravvivenza; all’ozio forzato in una cella che il più delle volte non rispetta i canoni di legge; sprovvisti molto spesso di suppellettili indispensabili, quali, ad esempio, un computer o dei francobolli, che consentirebbero al detenuto di continuare a vivere oltre la dimensione disumana del carcere e comunicare con i suoi cari».

Il caso Battisti

Nel caso specifico di Battisti, detenuto nel super carcere di Rossano da qualche settimana, «nel momento in cui allo stesso, che ha scritto numerosi libri pubblicati in Italia ed all’estero, si impedisce l’uso del computer, ritenendosi, provocatoriamente “che non risulta alle autorità una sua professione che implichi la disponibilità del computer o di altro materiale didattico”, è evidente che gli si vuole impedire di interagire con le istanze esterne, culturali e mediatiche, che potrebbero fargli guadagnare il consenso di democratici e garantisti». Se così non è, si diano segnali altri, diversi: «si ridia dignità a Cesare Battisti ed a tutti i detenuti italiani. Affinchè possano scontare la loro pena secondo le regole e le leggi dello Stato, senza subire dallo Stato una vile ed inutile vendetta. La rieducazione è il fine ideale della pena e e lo Stato, durante l’esecuzione della stessa, dovrebbe creare le condizioni necessarie affinché il condannato possa reinserirsi nella società in modo dignitoso, mettendolo in condizioni, una volta libero, di non commettere nuovi reati, finalità introdotta per salvaguardare la dignità umana quale diritto fondamentale dell’uomo in quanto tale».


I primi firmatari: Franco Piperno (docente Unical); Adriano D’Amico (avvocato); Sandra Berardi (associazione Yairaiha onlus); Francesco Saccomanno (segretario provinciale Rifondazione Comunista-Cosenza); Andrea De Bonis (operatore culturale); Francesco Cirillo (giornalista-scrittore); Daniela Ielasi (giornalista); Claudio Dionesalvi (giornalista); Delio Di Blasi (CGIL-Cosenza); Lisa Sorrentino (avvocato); Maurizio Nucci (avvocato); Fortunato Cacciatore (ricercatore Unical); Paolo Perri (ricercatore UniFi); Oscar Greco (ricercatore UniCal); Angelo Broccolo (medico); Eugenio Naccarato (avvocato); Italo Di Sabato (Osservatorio sulla repressione); Elisabetta della Corte (ricercatrice UniCal); Silverio Tucci (musicista); Franco Iachetta (attivista).