Fiducia totale nell'operato di Massimo Cedolia, promotore finanziario cosentino, tanto da non ritenere necessario andare a controllare i conti del Santuario, capire quanto ci fosse in cassa e con che criteri avvenisse la gestione. Sarebbero queste le motivazioni di fondo che non avrebbero portato i frati del Santuario di Paola ad accorgersi che i soldi dei fedeli andassero a finire fuori dall'ambito religioso.

 

Secondo l'accusa Cedolia trasferì il denaro con dei bonifici ad amici e parenti. Intanto l'ordine dei francescani chiede un risarcimento di 3 milioni di euro per i danni patrimoniali e di immagini subiti.

 

Il prossimo 10 febbraio saranno ascoltati in aula i test dell'accusa.