Il membro laico del Consiglio Fulvio Gigliotti ha chiesto di valutare l’apertura di una pratica sulle parole della parlamentare in merito all'operazione Rinascita Scott
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Valutare se sussistano o meno i presupposti per aprire una pratica a tutela dei magistrati dopo le dichiarazioni, riportate da diversi organi di stampa, di Enza Bruno Bossio, parlamentare del Partito Democratico, in merito all'inchiesta della Dda di Catanzaro Rinascita Scott che nelle scorse settimane ha portato all'arresto di 300 indagati.
A chiederlo, con un documento trasmesso il 29 dicembre al Comitato di presidenza, è il laico del Csm Fulvio Gigliotti, il quale ricorda che Bruno Bossio avrebbe rilasciato la dichiarazione «Gratteri arresta metà Calabria! È giustizia? No è solo uno Show! Colpire mille per non colpire nessuno. Anzi sì. Colpire la possibilità di Oliverio di ricandidarsi. Il resto finirà in una bolla di sapone come il 90% delle sue indagini. E la ‘ndrangheta continuerà a prosperare come ha fatto in questi anni», pubblicando tale frase sulla sua pagina Facebook, da cui è stata successivamente rimossa.
Tuttavia, rileva il laico eletto in quota M5s, «la veridicità della notizia, diffusa dai principali mezzi di informazione e mai smentita dall'interessata, deve ritenersi pressoché certa, avendo anche determinato una formale presa di distanza della stessa forza politica di appartenenza della parlamentare».
Tale «dichiarazione - sottolinea Gigliotti - attribuendo ad una operazione articolata, delicata e complessa (che ha coinvolto e coinvolgerà una pluralità di livelli istituzionali, dalla magistratura requirente e giudicante, alle forze dell'ordine, ad altri livelli ancora), finalità asseritamente politiche (e comunque diverse da quelle di giustizia), rischia di minare seriamente la credibilità della funzione giudiziaria, anche in ragione della particolare posizione istituzionale rappresentativa di chi la ha espressa».
Per questo, il laico del Csm chiede che la Prima commissione compia una "verifica" per «accertare la sussistenza delle condizioni» per l'apertura di una pratica a tutela «dell'indipendenza e del prestigio dei magistrati e della funzione giudiziaria». A decidere sulla sua istanza sarà ora il Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli, che tornerà a riunirsi la prossima settimana, alla ripresa dei lavori dopo la pausa natalizia.