Il sottufficiale dei carabinieri assassinato nella Locride aveva collaborato nelle indagini su vari sequestri di persona
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Una cerimonia sobria ma dall’alto valora simbolico ha ricordato stamane a Bovalino il sacrificio del brigadiere Antonino Marino, ufficiale dei carabinieri vittima di un agguato il 9 settembre di 34 anni fa nella Locride. Prima la deposizione di una corona d’alloro presso il monumento intitolato alla sua memoria. Poi la messa officiata dal vescovo di Locri monsignor Francesco Oliva alla presenza di autorità civili, militari e religiose.
Chi era il brigadiere Marino
Nato a San Lorenzo il 5 ottobre 1957 e arruolatosi nell’Arma dei carabinieri nel 1975, Marino prima del suo assassinio si era occupato di varie indagini su traffici illeciti. Profondo conoscitore della criminalità, in qualità di comandante della stazione di Platì aveva collaborato nelle indagini su vari sequestri di persona che in quegli anni rappresentavano una delle principali attività criminali sul versante Ionico della provincia di Reggio Calabria.
Il delitto
Da poco tempo era stato trasferito alla Stazione di San Ferdinando. La sera del 9 settembre 1990, il sottufficiale, mentre si trovava a Bovalino Superiore con la propria famiglia in occasione della festa patronale, fu avvicinato da un killer che, approfittando della confusione che regnava in paese e della concomitante esecuzione dello spettacolo pirotecnico, gli esplose contro alcuni colpi di pistola, colpendolo in parti vitali e dileguandosi poi nel buio.
Nell’agguato furono colpiti, oltre al militare all’epoca trentenne, anche la moglie incinta e il figlio Francesco di appena un anno, che oggi è un ufficiale dell’Arma dei carabinieri. Al brigadiere Antonino Marino il 25 maggio 2010 è stata intitolata l’omonima piazza a Bovalino Marina e il 30 settembre 2011 la caserma di Platì, sede dell’attuale stazione carabinieri.