VIDEO | Durante il lockdown dello scorso anno i vertici dimezzarono giorni e orari di apertura al pubblico degli uffici. Ma ancora adesso, nonostante la ripresa delle attività, nel piccolo borgo Cosentino i disagi continuano
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Un cartello affisso all'entrata con scritto "adesso basta!" e una quindicina di persone in fila, in attesa del proprio turno, che si asciugano il sudore e consultano ripetutamente l'orologio. A Bonifati i cittadini sono esausti, la piccola sede di Poste Italiane nel cuore del centro storico da marzo 2020 ha dimezzato i giorni di apertura e nel borgo sbrigare le piccole faccende finanziarie è diventata un'impresa. I clienti si concentrano nei soli tre giorni di apertura e senza una sala d'attesa sono costretti ad attendere il proprio turno in strada, al sole, spesso nel bel mezzo di una curva, disattendendo le normative anticovid. Per non perdere la priorità acquisita, senza nemmeno un numerino o un codice a cui far riferimento, i cittadini si appostano appena fuori dagli uffici e il risultato sono anziani in fila sotto il sole e pericolosi assembramenti. Per questo ora la popolazione del centro storico chiede di estendere l'apertura a tutta la settimana lavorativa, come avviene, ad esempio, negli uffici postali della frazione marina di Cittadella del Capo.
La protesta cittadina
«Ma quale Covid, perché altrove il Covid non c'è?», dice una donna in fila. A quanto pare, la chiusura di tre giorni a settimana sarebbe stati dettata da motivi afferenti alla pandemia, tant'è che i disagi sarebbero cominciati proprio nel marzo del 2020, quando l'Italia si fermò per alcune settimane nella speranza di arginare il temibile virus. Ma anche quando la nazione è ripartita, gli uffici postali di Bonifati hanno mantenuto i vecchi turni, aprendo al pubblico nei soli giorni di martedì, giovedì e sabato. Le ore di lavoro degli impiegati, però, non sarebbero sufficienti a servire i circa 1500 abitanti della zona.
L'intervento dell'amministrazione
La coalizione del sindaco Francesco Grosso in questi mesi di polemiche e disagi non è rimasta a guardare. Il capogruppo di maggioranza, l'avvocato Lucio De Brasi, ha più volte informato della situazione i vertici di Poste Italiane, chiedendo un maggiore sforzo per scongiurare i disagi e garantire continuità al servizio. Maria Leo Pettolino, responsabile delle relazioni istituzionali territoriali area sud, gli avrebbe comunque dato buone speranze. «Dopo le ferie dei dipendenti - ha detto De Brasi - si valuterà il precedente provvedimento, sia dal punto di vista degli orari, sia dal punto di vista dei giorni di apertura». I cittadini attendono fiduciosi, ma se le promesse dovessero andare in fumo la popolazione potrebbe ribellarsi in massa. «Se le Poste non si ravvedono - avverte un cliente - siamo pronti a trasferire tutti i nostri conti correnti in un istituto bancario».