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Dopo diversi anni di totale abbandono, lo Stato si decide a riprendere in mano la questione riguardante il mercato agroalimentare di Mortara. Questa mattina le forze dell’ordine sono arrivate nella struttura che ospita buona parte della frutta e della verdura che finisce sulle tavole dei reggini, per procedere allo sgombero.
Si tratta di un atto atteso da molto tempo. Il mercato di Mortara, infatti, risulta ad oggi non avere le certificazioni di agibilità richieste per permettere agli esercenti di effettuare la loro regolare attività. Trattasi di storia molto vecchia e complessa, che chiama in causa anche la ditta che eseguì i lavori.
I momenti del blitz
Sta di fatto che, in mattinata, polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale, si sono presentati nel box del mercato ed hanno iniziato una procedura di controllo della merce. Poi è stata elevata una sanzione per occupazione abusiva di suolo pubblico e gli esercenti sono stati invitati a sgomberare nel più breve tempo possibile la struttura.
Sono stati momenti di tensione, poi smorzati dall’arrivo dei vertici delle forze di polizia che hanno avviato un dialogo con i commercianti.
«Stiamo subendo dei danni incalcolabili – spiegano alcuni esercenti – abbiamo pagato la merce e dobbiamo onorare gli accordi con i fornitori, non si può arrivare qui e chiedere di sgomberare dalla sera alla mattina».
A dirla tutta, però, il blitz interforze non è certo arrivato all’improvviso. Anzi, i commercianti sono coscienti del fatto che non vi era titolo perché si trasferissero da via Aspromonte alla struttura di Mortara.
Paolo Romeo li rappresentò
Un interesse, quello del mercato agroalimentare, che aveva attirato anche l’avvocato Paolo Romeo, poi finito in manette con l’accusa di essere a capo della struttura massonico-mafiosa che ammorba la città. Fu lui a farsi rappresentante di buona parte degli esercenti, chiedendo che fosse risolta la questione. Così come la relazione sullo scioglimento del Comune di Reggio Calabria mise in luce come diversi erano i soggetti ritenuti intranei alla 'ndrangheta e presenti in alcuni box per vendere la merce. Un ambiente piuttosto complesso, dunque, fatto però anche di tante persone perbene che ogni mattina lavorano sodo in maniera onesta.
Pronta la protesta
Difficile, ad ogni modo, che si possa arrivare ad un accordo nel breve termine. Le forze di polizia sono state inamovibili: o si lascia tutto o ci sarà una rimozione forzata con tutte le conseguenze del caso.
Intanto gli esercenti hanno annunciato già la loro protesta per i prossimi giorni. Vogliono avere garanzie sulla possibilità di lavorare. Ma queste quasi certamente non potranno arrivare rimanendo nella struttura di Mortara, ideata e pensata per loro, ma mai finita e resa agibile.
Consolato Minniti