VIDEO | Sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, traffico di sostanze stupefacenti e porto e detenzione di armi comuni e da guerra. Tra gli indagati risulta un militare della Guardia di Finanza. Sequestro beni per un milione di euro
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Nuovo colpo contro le potenti cosche di Gioia Tauro dei Piromalli e dei Molè. È stata eseguita una vasta operazione condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro, coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria: 59 indagati, di cui 49 persone arrestate (34 in carcere e 15 agli arresti domiciliari).
Sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, danneggiamento seguito da incendio, turbata libertà degli incanti, importazione internazionale di sostanze stupefacenti. Tra gli indagati risulta un militare della Guardia di Finanza.
Gli indagati
In carcere:
Andrea Alampi, classe 1989, Gioia Tauro
Amato Gaetano, classe 1979, Gioia Tauro
Cosimo Berlingieri, classe 1962, Gioia Tauro
Francesco Bevilacqua, classe 1960, Gioia Tauro
Gioacchino Cananzi, classe 1975, Gioia Tauro
Salvatore Carbone, classe 1953 Gioia Tauro
Fiore Chiera, classe 1982, Polistena
Giuseppe Chiera, classe 1982
Antonio Albanese, classe 1945, Gioia Tauro
Salvatore Copelli, classe 1968, Polistena
Francesco Cordì, classe 1977, Gioia Tauro
Giuseppe Coronese, classe 1964, Massafra
Alessandro Cutrì, classe 1986, Gioia Tauro
Rocco Delfino, classe 1962, Gioia Tauro
Salvatore Delfino, classe 1990, Palmi
Giuseppe Ferraro, classe 1973, Rizziconi
Ernesto Madaffari, classe 1975 Gioia Tauro
Alessandro Marando, classe 1976, Gioia Tauro
Carmine Mardecheo, classe 1985, Gioia Tauro
Rosario Mazzaferro, classe 1976, Gioia Tauro
Aurelio Messineo, classe 1964, Gioia Tauro
Vittorio Minniti, classe 1988, Gioia Tauro
Antonio Molè, classe 1990, Gioia Tauro
Francesco Benito Palaia, classe 1973, Taurianova
Salvatore Palumbo, classe 1980, Grottaferrata, Roma
Ippolito Filandro, 1982, Gioia Tauro
Arcangelo Piromalli, classe 1972, Lassone (MB)
Girolamo Piromalli detto "Mommino", classe 1980, Gioia Tauro
Cosimo Romagnosi, classe 1983, Gioia Tauro
Cosimo Romagnosi, classe 1960, Gioia Tauro
Domenico Romagnosi, classe 1990, Gioia Tauro
Armando Siviglia, classe 1998, Rosarno
Giuseppe Squillace, classe 1970, Polistena
Gaetano Verga, classe 1962, Solarino (SR)
Antonio Zito, classe 1951, Gioia Tauro
Ai domiciliari:
Antonio Albanese, classe 1945, Gioia Tauro
Alfonsino Barilla, classe 1957, Gioia Tauro
Vincenzo Barillà classe 1981, Gioia Tauro
Agostino Cordì, classe 1980, Gioia Tauro
Federico Palumbo, classe 1990, Gioia Tauro
Vincenzo Simone Minniti, classe 1995, Gioia Tauro
Grazia Piromalli, classe 1979, Gioia Tauro
Salvatore Tosto, classe 1974, Gioia Tauro
Gregorio Coccia, classe 1963, Agerola (Napoli)
Federico Copelli, classe 1980, Gioia Tauro
Massimiliano Copelli, classe 1972, Gioia Tauro
Antonio Franza, classe 1965, Gioia Tauro
Giovanni Madafferi, classe 1975, Varapodio
Maria Martino, classe 1954, Gioia Tauro
Salvatore Marzano, classe 1959, Gioia Tauro
Le indagini, svolte tra il 2020-2021, hanno consentito di individuare gli assetti funzionali della cosca Piromalli, di cui è giudiziariamente accertata la primazia nel narcotraffico e l’incidenza territoriale nel controllo della Piana. L’operazione, indicata in maniera convenzionale con il nome di «Hybris» (a sottolineare la tracotanza che caratterizza l’imposizione della vis mafiosa) – partendo dall’osservazione del territorio, si è posta l’obiettivo di incidere sulla struttura organizzativa della cosca dominante nella Piana.
Oltre alle misure personali il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria ha riguardato anche il sequestro preventivo di una ditta (con il relativo compendio aziendale), attiva nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli, e di due proprietà immobiliari utilizzate per agevolare le attività criminali della cosca e che rappresentano il profitto delle medesime attività delinquenziali, per un valore complessivo stimato in circa un milione di euro. Trattandosi di provvedimento in fase di indagini preliminari, rimangono salve le successive determinazioni in fase processuale.