Giacomo Francesco aveva solo due anni e tanta voglia di vivere. Il piccolo, nato con una patologia cardiaca, venne sottoposto nel 2016 ad una operazione in Sicilia, a Taormina, nel centro cardiologico pediatrico Mediterraneo dell'ospedale Bambino Gesù. Secondo l'accusa i tre medici che lo operano gli impiantano il pacemaker al contrario, rivolto verso il basso. Un errore che gli causò una sorta di cappio all'arteria che, nella crescita, portò a una insufficienza cardiocircolatoria fino al drammatico epilogo. La famiglia Saccomanno, come riporta il Quotidiano del Sud, era originaria di Rosarno, centro in provincia di Reggio Calabria.

Imputati otto medici

È stata fissata per domani, davanti al gip di Roma, l'udienza preliminare del procedimento che vede imputati otto medici dell'ospedale Bambino Gesù della capitale, accusati di omicidio colposo.

Infatti, nel 2018, il piccolo era stato portato a Roma, sempre al Bambino Gesù, ma i cardiologi che lo visitarono, sempre secondo l'accusa, non capirono la gravità della situazione e ritardarono una serie di esami.

I presunti errori medici e la morte del bimbo

A settembre di due anni fa il cardiologo riscontrò qualche problema, ma fissò la tac solo due mesi dopo, secondo la ricostruzione dei pm. Si arriva al 31 dicembre, e le condizioni del bambino precipitano. Venne sottoposto ad un nuovo quanto delicatissimo intervento chirurgico ma i medici, a detta dei magistrati, sbagliano la procedura e due giorni dopo il piccolo muore.

Nell'udienza preliminare il giudice potrebbe affidare una perizia per accertare cosa sia successo e cosa, eventualmente, ha causata una catena così lunga di errori.