Ascoltato nella nuova udienza del processo a carico dell'ex sindaco il colonnello della Guardia di finanza Nicola Sportelli: «Rendicontate spese di carburante anche per 17mila euro»
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Derrate alimentari in favore di soggetti privati, rendicontazioni manipolate per ottenere i rimborsi, e volontà di non seguire i correttivi suggeriti dai funzionari ministeriali. È ruotata attorno a questi temi la nuova deposizione del colonnello della Guardia di Finanza Nicola Sportelli, test chiave dell’accusa al processo in corso a Locri contro Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace che deve rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa in relazione ai progetti di accoglienza.
In particolare, dalle intercettazioni esaminate in aula dal finanziere emerge come Lucano e l’imputata Cosimina Ierinò, segretaria dell’associazione Città Futura, a tavolino qualche giorno prima di presentare la rendicontazione decidevano in maniera autonoma anche come distribuire la benzina in uso a un mezzo intestato al sodalizio. «Questo mezzo - ha riferito il militare al giudice Fulvio Accurso - veniva utilizzato contemporaneamente anche dalla Protezione Civile, con il pieno effettuato 3/4 volte al giorno agli stessi distributori nei pressi di Riace». Secondo l’ipotesi investigativa nel 2015 sarebbero state rendicontate spese di carburante per 17.500 euro, come se il veicolo avesse percorso circa 500 chilometri al giorno.
Si è poi affrontato il tema dei bonus, la moneta locale distribuita mensilmente ai beneficiari. Nelle intercettazioni, ritenute tuttavia non penalmente rilevanti, affiora tutta l’inquietudine di Lucano e Ierinò nel non riuscire a trovare le pezze giustificative per coprire l’intero importo. A margine dell’udienza il legale dell’ex sindaco, l’avvocato Andrea D’Aqua, ha annunciato l’intenzione del suo assistito di rendere dichiarazioni spontanee nel corso della prossima sessione dibattimentale, fissata per martedì 12 novembre.