“Assunzioni illegittime escogitate per stabilizzare lavoratori precari all’interno della Pubblica amministrazione, utilizzando l’escamotage di protocolli di intesa stipulati ad hoc”. In una sola parola abuso di ufficio. Con questa accusa il gup del Tribunale di Catanzaro Ilaria Tarantino, accogliendo la richiesta della Procura, ha rinviato a giudizio sei persone coinvolte nell’inchiesta Arpacal. Si tratta di Vincenzo Mollace, ex direttore generale dell’Arpacal; Giuseppe Graziano, ex dirigente generale del dipartimento Politiche dell’ambiente della Regione Calabria e attuale consigliere regionale di minoranza; Francesco Caparello, all’epoca dei fatti dirigente del settore Personale dell’Agenzia regionale; Luigi Luciano Rossi, ex direttore amministrativo della stessa Arpacal; Sabrina Santagati, ex direttore generale dell’Arpacal e Rosanna Squillacioti, all’epoca dei fatti dirigente di settore del dipartimento Politiche ambientali della Regione Calabria. Mentre la posizione di Antonio Scalzo, ex direttore scientifico dell’Agenzia, attuale presidente del Consiglio regionale della Regione Calabria, finito anche lui nella stessa inchiesta, è stata stralciata nella scorsa udienza e varrà decisa dal gup il 9 luglio. Per gli altri sei il processo inizierà il 12 giugno.  Graziano, secondo le ipotesi accusatorie, avrebbe autorizzato Alessandra Tavernese a proseguire l’attività lavorativa presso la delegazione di Roma della Regione Calabria «nonostante la stessa fosse stata illegittimamente e  illecitamente stabilizzata per urgentissime e improrogabili attività istituzionali proprie del dipartimento Ambiente, compreso il coordinamento nazionale». Ma c’è di più. Graziano con due note, risalenti al 2008 avrebbe sollecitato l’assunzione di Vincenzo Cotroneo insieme ad altre sette unità della taske force del dipartimento Ambiente della Regione Calabria, procurando a questi un ingiusto vantaggio patrimoniale, costituito dall’impiego di Cotroneo in un altro ente violando le norme sulla stabilizzazione. Tutto questo utilizzando l’espediente del Protocollo d’intesa tra Ministero dell’Ambiente e Regione, che avrebbe consentito che la stabilizzazione dei lavoratori precari potesse avvenire «per esigenze permanenti dell’amministrazione stabilizzante con vacanze di organico per posizioni non dirigenziali da ricoprire da lavoratori già impiegati nello stesso ente per un triennio». Secondo l’ipotesi di accusa con il protocollo, Graziano insieme a Mollace avrebbe permesso di stabilizzare il personale precario con contratto a tempo determinato « assunto dal ministero dell’Ambiente e assegnato all’assessorato alle Politiche ambientali della Regione Calabria, consentendo che questi venissero assunti dall’Arpacal presso il quale non avevano, però, mai prestato attività lavorative». E lo stesso meccanismo sarebbe stato impiegato da Caparello, Rossi, Scalzo, Mollace, Santagati e Squillacioti.

Gabriella Passariello