Le indagini erano iniziate quando in un esposto anonimo nel 2015, erano stati ripresi con il suo cellulare mentre erano intenti ad effettuare delle riparazioni nella casa di campagna di Cannata
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Erano stati rinviati a giudizio nel febbraio del 2018 perché accusati di abuso d’ufficio, falso ideologico, truffa e peculato. A processo i dipendenti comunali di Polistena Domenico Cannata, Agostino Spanò, Vincenzo Nasso e Domenico Sicari.
L’accusa era per tutti quella di abuso d’ufficio, falso ideologico, truffa e peculato, con richieste di pena dai 3 anni di reclusione (per Cannata) ai 2 anni ed all’anno e mezzo di carcere (per gli altri tre), oltre alle inevitabili conseguenze sul piano disciplinare nel rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione.
Le indagini erano iniziate quando un cittadino polistenese, poi rimasto anonimo, nel corso di novembre del 2015, li aveva ripresi con il suo cellulare mentre erano intenti ad effettuare delle riparazioni nella casa di campagna di Cannata, durante l’orario di lavoro ed utilizzando le attrezzature del comune: il video, corredato da un esposto anonimo che derideva l’efficienza della macchina organizzativa comunale, era finito poi sul tavolo delle locali forze dell’ordine, le quali avevano avviato l’indagine.
I legali di fiducia degli imputati infatti, gli avvocati Francesco Giuseppe Formica (difensore di Cannata, Spanò e Nasso) e Pasquale Loiacono (difensore di Sicari), hanno dimostrato nel corso della lunga istruttoria, come il materiale fotografico ed i video allegati all’esposto anonimo fossero in realtà, sebbene molto numerosi, rappresentativi di un intervento sul posto di pochissimi minuti, fatto a titolo di cortesia per fronteggiare una emergenza occorsa all’anziana madre di Cannata, che in quella abitazione abita, e comunque dopo che i tre operai, coordinati dal loro caposquadra, avrebbero adempiuto alle loro rispettive mansioni, effettuando tutte gli interventi di manutenzione alle strutture del comune che il Cannata stesso aveva programmato si dovessero fare in quelle determinate giornate.
Il tribunale collegiale di Palmi, all’esito della camera di consiglio, accogliendo la tesi sostenuta dai due legali, ha assolto i quattro imputati, respingendo l’accusa di abuso d’ufficio e di falso ideologico per particolare tenuità del fatto e quella di truffa e peculato perché il fatto contestato non sussiste.