Assalto al caveau di Catanzaro, arrestati i responsabili

La rapina, messa in atto con metodi paramilitari dal gruppo di malviventi armati di mitra, fruttò un bottino superiore ad 8 milioni di euro. Parte dei proventi distribuiti alle famiglie di ‘ndrangheta
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di L. C.
20 aprile 2018
07:11

La polizia  ha tratto in arresto un gruppo criminale responsabile della rapina milionaria, avvenuta nel dicembre 2016, al caveau dell’istituto di vigilanza “Sicurtransport” di Catanzaro. Le indagini sono state coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Catanzaro che si è avvalsa delle attività investigative condotte dal servizio centrale operativo della polizia e dai poliziotti delle squadre mobili di Catanzaro e Foggia.

La rapina a Catanzaro

La rapina, messa in atto con metodi paramilitari dal gruppo di malviventi armati di mitra e forniti di sofisticate apparecchiature elettroniche, fruttò un bottino superiore ad 8 milioni di euro. L’evento suscitò particolare allarme in quanto gli esecutori sfondarono con un potente mezzo cingolato i muri corazzati del caveau e bloccarono tutte le strade di accesso alla zona incendiando 11 autovetture poste a sbarramento. Ai responsabili è stata contestata l’aggravante della metodologia mafiosa in quanto una parte dei proventi è stata corrisposta alle famiglie di ‘ndrangheta che hanno influenza sulla zona.


Le indagini

Le indagini, che hanno portato all’arresto degli autori dell’assalto al caveau di località Germaneto di Catanzaro, sono state condotte dai poliziotti delle Squadre Mobili di Foggia e Catanzaro e coordinato dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ed hanno portato ad accertare uno stretto collegamento tra soggetti pugliesi della zona del cerignolano ‘specializzati nel settore’ e  basisti locali che hanno reso possibile l’evento delittuoso. Importanti sono state le dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, legata sentimentalmente ad uno degli organizzatori del colpo, che ha fornito agli investigatori riscontri su fatti e circostanze relativi al suo compagno ed al ruolo primario da costui svolto nella vicenda.  In particolare la rapina fu consumata secondo un pianificato studio delle zone ove è ubicato il caveau e con la complicità di un dipendente dell’Istituto di Vigilanza, responsabile della sicurezza del caveau, che fornì le informazioni preventive circa l’esatto posto dove operare la “spaccata” così da realizzare il “colpo” nei tempi contingentati previsti dai malviventi.

I calabresi coinvolti nella rapina si sono occupati in particolare di reperire le informazioni dal basista e di procurare le autovetture ed il mezzo cingolato utilizzati rispettivamente per il blocco delle strade e per la demolizione del muro di accesso al caveau oltre che della logistica finalizzata alla permanenza clandestina a Catanzaro del commando assaltatore composto dai malviventi pugliesi.

Giornalista
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