Francesco Pelle, noto come “Ciccio Pakistan”, è considerato il boss per eccellenza della famiglia di San Luca, finito al centro della cronaca nera europea con la strage di Duisburg nel Ferragosto 2007, nella quale vennero uccise in tutto sei persone nel ristorante-pizzeria “Da Bruno”. È stato catturato dopo una latitanza durata due anni. La sua vita, a 44 anni compiuti da poco, è stata una continua fuga, oltre che un’ascesa nel panorama della 'ndrangheta.

La Faida “Vottari-Pelle-Romeo” e “Strangio-Nirta”

La strage in Germania fu subito inquadrata nella faida di San Luca, che vedeva già contrapposte dal 1991 le cosche “Vottari-Pelle-Romeo” e “Strangio-Nirta”, quando un gruppo di giovani legati al clan Strangio-Nirta durante il carnevale fece oggetto di un lancio di uova un circolo ricreativo gestito da uno dei Pelle “Gambazza” sporcando anche l'auto di un Vottari. Poi riesplosa violentemente con l’omicidio di Maria Strangio, avvenuto la sera di Natale del 2006 e passato alle cronache come “strage di Natale”. Nel delitto, che secondo le inchieste sarebbe stato ordinato proprio da Francesco Pelle, morì la moglie di Giovanni Luca Nirta, vero obiettivo, oltre al ferimento di tre persone tra cui un bambino. Una scia di sangue lunga fino alla strage di Duisburg, con sei morti ammazzati nella famiglia Pelle che fecero scoprire il potere delle cosche calabresi a tutto il mondo, aprendo alla nuova latitanza del boss.

La latitanza

La vita di Ciccio Pakistan cambiò a 29 anni, quando la guerra tra le famiglie di San Luca lo costrinse a vivere per sempre su una sedia a rotelle. Francesco Pelle venne, infatti, ferito in un agguato il 31 luglio 2006, quando fu colpito a colpi di fucile mentre si trovava sul balcone di casa, insieme al figlio appena nato che teneva in braccio. I proiettili raggiunsero la spina dorsale, provocando una paralisi. Eppure, Pelle non ha mai avuto limitazioni nella gestione di una delle cosche più potenti e sanguinarie, anche se le sue condizioni di salute hanno inciso per ben due volte sulla fine delle sue latitanze. La strage di Natale, pochi mesi dopo quell’agguato, aprì definitivamente la guerra di mafia tra i Pelle-Vottari da una parte e i Nirta-Strangio dall’altra.

Pelle divenne latitante nel 2008, con dodici mesi passati a sfuggire alle ricerche, arrivò l’arresto in un ospedale di Pavia, dove si era recato per curare alcuni problemi di salute. Un ricorso in Cassazione, poco dopo, permise a Pelle di lasciare il carcere in attesa di sentenza, ma quando questa arrivò, nel 2019, di lui non c’erano più tracce. Nella stessa sentenza, vennero condannati sia il boss Giovanni Strangio che Francesco Pelle, il primo per la strage di Duisburg, il secondo per quello di Natale. Solo oggi, però, Pelle potrà iniziare a scontare quella pena all’ergastolo, con i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che sono riusciti a rintracciarlo in una clinica di Lisbona, segnando ancora una volta la necessità di cure per un uomo che, nonostante la giovane età, ha vissuto a pieno le stragi 'ndranghetiste più cruente degli ultimi venti anni.