La 25enne di Reggio Calabria si tolse la vita gettandosi dal balcone della sua abitazione. «Siamo responsabili tutti» - aveva tuonato Cafiero De Raho all’indomani della tragedia
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La tragedia avvenne il 2 aprile del 2017. Maria Rita Lo Giudice, bella e talentuosa ragazza di Reggio Calabria di 25 anni da poco laureata con il massimo dei voti, decise di togliersi la vita e gettarsi nel vuoto dal balcone della sua abitazione. Ora, secondo quanto ha riferito Domenico Lo Giudice lo zio di Maria Rita a Klaus Davi a margine di una intervista televisiva che il massmediologo stava realizzando sulla vita post carcere per il programma ‘Fatti e Misfatti i Fuorilegge in onda sul canale all news di Mediaset, l’indagine è stata archiviata dalla Procura di Reggio Calabria che proprio all’indomani del suicidio aveva avviato l’inchiesta. «Non voglio aggiungere altro - ha detto amareggiato Lo Giudice - ma sono in grado di confermarle che l’inchiesta è stata archiviata». Nipote del boss pentito Nino, figlia di Giovanni Lo Giudice, Maria Rita era cresciuta in una famiglia difficile. Qualcuno scrisse che il suicidio era dovuto al fatto che non avesse accettato intimamente di portare un cognome cosi pesante, tesi respinta poi con forza dal padre Giovanni. «Uno dei tanti misteri di una terra bellissima come la Calabria. Siamo responsabili tutti di questo suicidio» - disse Federico Cafiero de Raho allora capo della Procura.
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