VIDEO | I reperti, custoditi a Napoli e rinvenuti prima dell’Unità d’Italia, esposti al museo fino a Pasqua
Tutti gli articoli di Cronaca
Quasi un anno fa, all’inaugurazione del museo Archeologico nazionale di Locri, il direttore della direzione regionale Musei della Calabria, Filippo Demma, annunciava l’avvio dell’iter per il rientro di alcuni reperti locresi, diffusi nelle collezioni dei musei italiani. La promessa è stata mantenuta. Il primo passo è stato l’inaugurazione della mostra “Nostos. Tesori locresi tornano a casa” che rimarrà aperta al museo Archeologico nazionale di Locri fino a Pasqua.
«Stiamo parlando di due pregevolissimi reperti – spiega Filippo Demma, della direzione regionale Musei Calabria - Un cratere a figure nere, quasi interamente ricostruito risalente alla fine del VI secolo a.C. insieme ad un a un contenitore di arredi sacri, rinvenuto nel 1.800». La mostra riaccende la memoria sulla stagione di ricerche nell’Italia preunitaria con la formazione del Real Museo Borbonico di Napoli, nel quale confluivano le principali scoperte archeologiche di tutto il Meridione.
«È una grande gioia annunciare questa esposizione, piccola ma molto significativa per Locri Epizefiri – racconta la direttrice Elena Trunfio - Grazie al direttore Filippo Demma per avere avviato l’iter che ci porterà a rivedere a Locri reperti che sono custoditi nei depositi di altri musei italiani. Grazie a Maurizio Cannatà per avere contribuito in maniera determinante al ritorno a Locri dei pezzi e per la co-curatela dell’esposizione. E grazie a Daniela Costanzo per avere accettato il nostro invito a raccontarci di un’interessante stagione dell’archeologia dell’Italia preunitaria e di Locri Epizefiri».